Pagina:Storia del reame di Napoli dal 1734 sino al 1825 I.pdf/16

Da Wikisource.
6 vita del colletta.

altro carico importante; e vedeva il nuovo stato, da perfide arti assalito e da invalida sapienza retto, aflievolire nelle imprevidenze d’una setta dal prevalere infiacchita, lasciata libera di se stessa a posta perch’ella di per sè precipitasse alla ruina. Dolevagli, e di quel dolore anche molt’anni dopo piangeva, che a lui non fosse dato afferrare con mano potente quelle forze dissolute, costrignerle a buon successo, fermare e consolidare la pubblica libertà, Ma l’autorità sua non gli dava bastante forza di partigiani in quei giorni allegri di spensieratezza; e quando i presuntuosi dominavano. Ben era cercato nei tempi della paura; e allora che la Sicilia, per guerra stolta e per condiscendenze intempestive, divenne invece di alleata, qual sempre ella dovrebb’essere, nemica pericolosa, v’andò il Colletta, per voto del parlamento, comandante generale delle armi napoletane, con tutta l’autorità di regio luogotenente. Mostrossi in Palermo severo a’ settarii, giusto verso i Siciliani; lasciò dopo due mesi composte le cose dell’isola, richiamato a Napoli nelle estreme fortune dello stato costituzionale. Nelle quali tardi conoscendosi l’invasione tedesca imminente e la necessità che stringeva di farsi forte alle difese, fu il Colletta prima aggiunto, poi sostituito al Parisi nel ministero della guerra. A’ 26 di febbrajo, egli assunse quel ministero; a’ 7 di marzo, si combattè a Rieti, ed a’ 23 Napoli era dei Tedeschi. Soccorso inutile poteva in tempo tanto breve prestare il Colletta a quella ruina portentosa, e per lunghe arti inevitabile. Ma ch’egli sempre virilmente operasse, ch’egli provvedesse alla guerra quanto la industria poteva, e ingegno e robusta carità di patria suggerivano, i suoi concittadini il conobbero, lo attesta il consenso de’ due principali operatori in quella guerra, concordi a lodarlo nelle memorie che l’uno contro dell’altro scrissero; si vide nell’odio pertinace di Francesco, e nella durezza dell’esilio ond’egli e suo padre lo punirono d’aver contrastato a’ tradimenti, esilio decenne che si terminò con abbreviata sua vita.