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LIBRO QUARTO — 1799. 235

armate di entrare vincitrici nel villaggio, E poichè piacque il con siglio, e si diede a Sciarpa istesso il carico di eseguirlo, egli mandò a Schipani per pace; e a fin di vantare le forze del luogo, e tentar nuovamente le sue fortune, fece dire: «Che i cittadini volevano guerra, ma che li avea persuasi alla sommissione il capitano Sciarpa, non avverso alla repubblica, e pronto a darne pruova se lo impiegassero nelle milizie interne dello stato.» Quindi espose i patti. L’altro, che ad ascoltare impazientava, replicò essere venuto a Castelluecia per guerra non per pace; e a dar pene non premii: si arrendessero i ribelli a discrezione, o fossero preparati a sorti estreme. Sensi atroci, ed in guerra civile atrocissimi e stolti.

Riferiti que’ fatti al popolo adunato ancora nella chiesa, Sciarpa disse: «Or vedete gli effetti della codardia e del precipitato consiglio di arrendervi. Non vi ha per me che due partiti: se ripiglierete animo, io vi guiderò alla battaglia e alla vittoria; se vorrete darvi a vincitore superbo e spietato, e con voi le vostre robe e le vostre donne, io, per altra strada che tengo sicura, andrò con i miei a combattere in miglior luogo, tra miglior popolo.» Risposero gridando guerra; e appena il parroco dall’altare ebbe segnata la croce su le armi e benedetto il voto di combattere, tutti andarono contro al nemico, apprendendo da Sciarpa le parti e le regole della battaglia. Trattanto giungevano affaticati alle prime case del villaggio i repubblicani, e tolleravano grandine di archibusate da nemici non visti, nè però si arrestarono; ma dietro al generale (che tenendo in alto la spada gl’ incitava con l’esempio e la voce) stavano alla entrata della terra, dove infiniti colpi e molte morti, molte ferite, nessun nemico in aperto, abbatterono lo sterile coraggio di quella schiera; così che il capo, facendo sonare a raccolta, imprese a ritirarsi. Sbucarono allora dalle mura i nascosti guerrieri, e seguitando per la china i fuggitivi, altri ne uccisero, altri ne presero, e furono sopra i prigioni e i feriti crudeli come barbari. Schipani trasse le sue schiere scemate in Salerno; a Sciarpa crebbe animo e nome.

XVIII. Assai differenti dalle descritte furono le sorti della schiera di Puglia; la quale sottoponendo col grido le città forti e nemiche di Troja, Lucera e Bovino, accolta festivamente in Foggia città amica, rianimate Barletta e Manfredonia che tenevano per la repubblica, preparò gli assalti a Sansevero, popolosa, rinforzata da’ feroci abitanti del Gargano, con animi risoluti alla vittoria o alla morte. Quella città non ha mura, nè i difensori l’avevano munita di opere, confidando nel numero di dodicimila combattenti e nel valor disperato. Avean presso alle case, a cavaliero, piccolo poggio fitto di ulivi e di vigne: dove come ad imboscata disegnavano di nascondere ì più valorosi per menarli nella città quando il nemico, avaro e la-