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238 LIBRO QUARTO — 1799.

scherniti da’ motteggi de’ contrarii tornarono al campo. Volle fortuna de’ Francesi che in quel tempo per lo scoppio di un obice si aprisse la porta di Trani, contro la quale stava Broussier con la scelta de’ guerrieri, accorse ad essa; ma penetrando in città trovò guerra peggiore; fatta ogni casa un castello; e benchè in ajuto della prima colonna venisse per la stessa porta la seconda, stavasi incerto Broussier se procedere o trarsi fuora, quando si vide incontro Ettore Caraffa con la sua schiera, Napoletani e Francesi, i quali messi avanti la porta detta Barra, non riuscendo ad atterrarla, ed inteso il pericolo di Broussier, assalirono le mura con le scale, e trasandando lo scemar de’ compagni e le proprie ferite, entrarono nella città. Al quale assalto il colonnello Berger, gravemente trafitto su la scala facevasi spingere a montare; e fu visto Ettore Caraffa con lunga scala su la spalla, e in pugno banderuola napoletana e spada nuda, esplorar l’altezza de’ muri, cercando il luogo dove la scala giungesse; e trovato, ascendere il primo ed entrare primo e solo nella città. E sebbene tutto l’esercito fosse già in Andria, non finiva la guerra, essendo mirabile il valore de’ borboniani; tanto che dieci di loro, dentro debole casa, sostennero per molte ore gli assalti di forte battaglione francese, e altre prove dettero di non facile virtù. Soggiacque alfine la città d’Andria, feudo una volta. e allora pingue possesso di quel medesimo Ettore Caraffa che la espugnò, e diede avviso nel consiglio (maravigliosa virtù o vendetta) che si bruciasse. La quale sentenza seguita dagli altri, e comandata dal capo dell’esercito, tante morti, e danni e lacrime produsse che sarebbe a raccontarle troppa mestizia.

XX. Nè però sazie di sdegno le due parti, si accolse numero più grande di borboniani nella città di Trani; e andò contr’essa lo stesso esercito di Broussier, scemato di cinquecento almeno prodi guerrieri, morti o feriti ne’ fatti d’Andria. Più forte città era Trani per muraglie massicce e bastionate, molti cannoni, barche armate, schiere meglio agguerrite, difese concertate e cittadella. Andò Broussier in tre ordini, e investita nella notte la città, innalzò parecchie batterie come a far breccia; con assalti, due finti, uno vero da lui medesimo diretto; ma i difensori, scoperto il disegno, mandarono vuote le offese e le speranze. Combattevano dunque le due parti, una da’ muri vigilantissima ed operosa; l’altra di fuori aspettando gli accidenti della giornata, con divisamento giovevole a chi meglio conosce le arti della guerra, perciocchè spesso la propria virtù, ma più spesso i falli de’ contrarii ed il favore ben colto della fortuna guidano alla vittoria. E difatti per accidente fu espugnata la città; imperciocchè ad una punta di lei su la marina giace piccolo forte, quasi nascosto da scogli e muri, e mal guardato in quel giorno da’ meno validi cittadini; il qual forte fu scoperto da un soldato