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LIBRO QUINTO — 1804. 315

gl’interessi nuovi, minacciati sino allora e cadenti. I re stranieri sconoscevano il nome, il grado, la legittimità dell’impero.

XXVI. Quegli avvenimenti di Francia rinforzavano il sospetto che se l’età, allora finita, era stata distruggitrice delle cose antiche, l’età vegnente rialzerebbe le troppe rovine. Anche i monarchi bramosi di riparare, quanto il potere giungesse, a quelle operate da loro stessi, tentarono ravvivare la compagnia di Gesù che aveva in ogni luogo membri e seguaci. Sino dagli ultimi anni del secolo XVIII molti devoti si univano in Roma nell’oratorio detto del Caravita, e seguendo le regole di sant’Ignazio si chiamarono compagnia della Fede di Gesù. Un settario tra loro, Niccolò Paccanari , Tirolese, giovine audace, raggiunse in Siena il pontefice prigioniero Pio VI, ed ottenne l’assentimento alla società del Caravita, ed il carico di andare in Dillingen nella Germania. e concertare con altra società, del Cuore di Gesù, i mezzi di spandersi nell’Europa per accendere le coscienze alle regole del Lojola, e spianare il cammino al ritorno de’ gesuiti. Andò, ed avuto accesso all’arciduchessa Marianna d’Austria, pia e zelosa, fondò per gli ajuti di lei, con le constituzioni di sant’Ignazio, un convitto di donne, chiamate Dilette di Gesù. E a poco a poco, distendendo gl’intrighi e le credenze, tante genti devote riunì, che potè stabilire tre collegi negli stati del papa, due in Venezia, tre in Francia, uno in Germania, uno in Inghilterra, e molti convitti delle Dilette. Egli a Roma, presso l’arciduchessa Marianna, divenuto con abuso de’ sacri canoni sacerdote, superiore in Dillingen del Cuor di Gesù, fondatore di collegi e di convitti, vestito da religioso della compagnia, era tenuto in riverenza e concetto di santità.

Ma l’imperator de’ Francesi, riconoscendo nelle nuove forme il germe del gesuitismo, vietò i tre collegi nell’impero: il Paccanari a Roma proruppe in disordini, e palesate ne’ convitti delle Dilette le sue lascivie, fu accusato di sacrilegio alla inquisizione, e andò punito di quattordici anni di carcere; l’arciduchessa tornò vergognosa ne’ suoi stati; e sciolte le società di ambo i sessi, restò di loro disgustosa memoria, e l’avviso di esser passato il tempo di rifondare a nuovo siffatte istituzioni. Fu perciò più sapiente del Paccanari il gesuita Angelini, venuto modestamente di Russia per trattar col papa il ristabilimento della compagnia in que’ soli regni dove i principi la chiedessero. Quindi Pio VII, il 30 di luglio del 1804, con breve pontificio diceva: «Per secondare i desiderii di S. M. Ferdinando IV re delle due Sicilie, e giovare col progresso della pubblica istruzione al miglioramento de’ costumi, noi estendendo a quel regno il breve emanato nel 1801 per le Russie, aggreghiamo alla compagnia di Gesù di quello impero tutti i collegi e scuole che si stabiliranno nelle due Sicilie sotto le regole di sant’