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318 LIBRO QUINTO — 1804.

vittoria. Aveva ripigliato il seggio di ministro Guglielmo Pitt, che, dotto della povertà de’ potentati europei e dell’avarizia dei gabinetti, deliberò far guerra sterminatrice alla Francia col danaro della Inghilterra ed il sangue straniero; disegno facile tra governi assoluti, dove la vita dei soggetti, nuda di guarentige, rappresenta nei soli computi della forza e della finanza dello stato. Per sussidii della Inghilterra, uguali o maggiori alle spese di guerra, si allearono segretamente contro i Francesi l’Austria, la Russia, la Svezia; mentre come in mercato negoziava la Prussia, e Napoli precipitava ai proponimenti meno avara degli altri principi perchè più calda di sdegno. L’imperator dei Francesi dagl’intercetti fogli e da relazioni e da spie sapeva l’ordita guerra, ma dissimulando sperava romper la lega ed eseguire il passaggio in Inghilterra; odio, vendetta, gloria pari alla grandezza del pericolo incitavano l’animo superbo di lui, che ambiva compier solo tutte le imprese ond’ebbero fama ed onore i maggiori capitani de’ tempi antichi.

Disegnavano i re collegati prorompere con esercito di Svedesi, Russi ed Inglesi negli stati di Hannover, poi di Olanda e portar guerra su le antiche frontiere della Francia; prorompere in Baviera con esercito austriaco e russo; e procedendo, tener gli sbocchi della Selva Nera; prorompere in Italia con esercito austriaco negli stati di Milano. mentre altro esercito di Napoletani, Russi e Inglesi, per le vie di Toscana e di Genova si avanzerebbe (in quanto avesse amica la fortuna) nel Piemonte o sul Varo. Questo esercito e lo svedese agirebbero ad offensiva; l’esercito di mezzo, nella Baviera, si terrebbe in difesa per dar tempo ai Russi di giungere in Alemagna e spiegarsi a seconda linea de’ Tedeschi. I capitani più chiari di quei regni, e il re di Svezia, l’imperatore d’Austria e l’imperatore di Russia, gli arciduchi Ferdinando, Carlo, Giovanni, andavano al cimento; quali a combattere, quali ad animare i combattenti. Fra tutti alzava grido il general Mack, e prometteva difendere la Baviera ed armeggiare finchè giungesse la forza de’ Russi. All’entrar del settembre dovevano muovere contemporanei gli eserciti, com’era prefisso dall’Inghilterra per patto necessario dei sussidii; avvegnachè i preparativi contr’essa di Bonaparte in quel mese compivano, ed era la stagione propizia a valicare con piccole navi la Manica.

Su la riva della quale, trecento leghe lontano dalla Baviera, attendavano le maggiori milizie della Francia, sì che gli alleati credevano vincer paesi voti di guardie. Ma quel sommo, che già previde i pericoli, aveva provvisto a’ rimedii, ed apprestate in tal maniera le forze proprie e dei suoi collegati (pochi e piccoli principi della Germania) da giungere in breve tempo sul Reno, indi alle terre sperate dal nemico facil conquista. Sfuggivagli la impresa d’Inghilterra; ma cercando altrove ricompensa di gloria e di vendetta.