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LIBRO QUINTO — 1804. 319

sguernì le coste dell’Oceano, e per le vie più spedite avviò ne’ primi giorni del settembre numerose squadre a’ prefissi luoghi.

Andò a Parigi per altri armati ed altre mosse, e promettendo vincere si partì. Non erano intimate le nemicizie, ma in quei giorni medesimi, a’ 3 di settembre del 1805, l’imperatore Francesco parlando agli eserciti scoprì la guerra; ed ai 7 dello stesso mese l’oste guidata, sotto il nome dell’arciduca Ferdinando, dal generale Mack, ruppe il confine della Baviera, valicando la Salza in Burghausen e cacciando in Franconia l’esercito ed il re di quel regno; ma le genti amiche dell’Austria, russe, inglesi, svedesi, napoletane, indugiavano; era uscita in campo Austria sola, mirabile nelle sventure per costanza del principe ed obbedienza de’ soggetti; ond’ella si vanti meritamente de’ maggiori successi politici e guerrieri, che tutta la ostinatezza inglese e la jattanza de’ Russi non valsero quanto metà della sua fermezza.

XXVII. Per molte strade le genti nemiche andavano a scontrarsi, in Olanda, in Italia, sul Danubio, ed in mare; imperciocchè a soccorso della sperata discesa in Inghilterra ancoravano armati quattro potenti navilii, tre di Francia in Tolone, in Rochefort, in Brest, ed uno della collegata Spagna in Cadice; aspettando la opportunità dei venti per unirsi, e poscia il comando per uscire a vincere, o impegnare il navilio inglese che navigava nel canale della Manica e lungo le coste della Francia. Ammiraglio supremo de’ Francesi era Villeneuve, degli Spagnuoli un Gravina, Siciliano agli stipendii di Carlo IV, e dalla parte inglese Nelson, noto in questi libri per glorie di guerra e tristizie di amore; ottanta vascelli e grande numero di fregate e di legni minori stavano per i Francesi, e quasi egual numero pe’ contrarii. Bonaparte, quando maturava l’impresa d’Inghilierra, aveva dato ingegnose istruzioni per salpare dai porti le flotte, ingannare il nemico e navigare i mari delle Antille onde soccorrere i vacillanti possedimenti francesi, oceupare o sovvertire quei d’Inghilterra, chiamarsi dietro molte navi nemiche, e vincendo o perdendo in lontana guerra, sgomberare il passaggio a’ suoi centocinquantamila soldati nelle isole della Inghilterra. I quali avvisi e comandi, seguiti dall’ammiraglio Villeneuve, produssero ch’egli uscisse da Tolone con dodici vascelli ed altri legni, raggiunti da quattro navi spagnuole, sì che l’11 di aprile dell’anno istesso quell’ammiraglio con quattordici vascelli, sei fregate, quattro brick, prese il cammino delle Antille.

Vi giunse non incontrato, però che Nelson vagò incerto nel Mediterraneo, poi nell’Oceano lungo le coste di Europa; nè volse alle Antille che più tardi un mese del nemico Villeneuve, il quale predò parecchie navi, si afforzò di altri legni da guerra, avvantaggiò le proprie sorti, peggiorò le nemiche; e sebben facesse assai meno