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324 LIBRO QUINTO — 1805.

rebbe prima che non avesse rovesciato dal rapito soglio l’infame Corso: di che fu in segreto deriso da’ circostanti e dal re. Cominciarono i consigli di guerra; il re per il trattato dì Vienna era impegnato a fornire trentamila soldati, ma vedendo di non aver pronti che dodicimila fanti e duemila cavalieri, prescrisse leva d’uomini e di cavalli. Stava in Napoli documento schernito di pace e testimonio di tanta nemicizia l’ambasciatore francese Alquier, il quale, dopo consigli non uditi a’ regii ministri e minacce spregiate, abbassò le insegne di Francia, e, chiesto il congedo ed avuto, si partì da Napoli. Nei congressi per la guerra fu stabilito correre con una colonna di Russi e Napoletani le Marche, le Legazioni, ed attendere che altra colonna d’Inglesi, traversando la bassa Romagna e la Toscana, si unisse alla prima su la sponda del Po. Dove il generate Lascy, prendendo consiglio dagli eventi, deciderebbe se avanzare in Piemonte a sostenere le parti dell’antico re già sommosse, o combattere alle spalle l’esercito di Massena. Stringeva il tempo, imperciocchè per solito fato delle confederazioni gl’Inglesi e i Russi erano venuti più tardi delle promesse, Napoli allora allora conscriveva i soldati; e frattanto Bonaparte in Germania abbatteva gli eserciti austriaci, Massena in Italia guerreggiava con virtù e fortuna degne del nome; ed il principe Carlo, mirando alle sventure dell’impero ed al bisogno di tenere aperto il cammino a ritirarsi, mutate veci, di assalitore assalito, portava indietro i suoi campi. Quindi Lasey e Greig generale degl’Inglesi, rompendo le piacevoli dimore della reggia, accamparono, il primo negli Abruzzi e a Sangermano, l’altro a Sessa ed Itri. La città ed il regno presero gli aspetti di guerra, sgraditi perchè tante volte precursori di vergogne e sventure.

CAPO TERZO.

Ultimi fatti di quel regno.

XXIX. Il motto dell’imperatore Bonaparte che nella sola guerra di Germania consistevano i destini di tutte le guerre di quell’anno, si avverava. Mentre Mack, sicuro ed altiero, guardava i preparati campi della Selva Nera, le legioni francesi marciavano con tal ordine e misura di tempi e luoghi, che a’ primi dell’ottobre si trovavano nelle ordinanze definite dalla mente del capitano, il quale schivando i posti premuniti, tagliando il cammino fra ’l Tirolo e l’esercito tedesco, spiegandosi a battaglia nel fianco sinistro delle linee nemiche, aveva accertata la vittoria prima che le offese cominciassero. È difficil opera volger la fronte di un esercito dove finiva il fianco, ma il generale tedesco, se fosse stato altrimenti che