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56 LIBRO PRIMO — 1739-41.

gnor Simonetti ritirato in Nola tornò nunzio nella città: ed i ministri di Vienna fecero delle avvenute cose rimostranze al pontefice che, accorto, non diede orecchio, vedendo inchinare la fortuna all’altra parte; e volendo distogliere il re dalle pretensioni esposte dal Galliani, pericolose alla dominazione ed alle ricchezze del papato, concedette in dono al re la bolla della crociata, precetto che per danari assolve da’ precetti del magro.

XXXV. Scordate col passar del tempo le scambievoli blandizie della concordia, Carlo, dicendo che i trattati ed usi antichi non più convenivano al suo popolo, propose al papa novello concordato; e Clemente il concedeva, quando, lui morto nel 1739, successe al pontificato Benedetto XIV, cardinale Lambertini. Si sospesero le pratiche; ed alla fine per dimande ripetute di Carlo il papa nominò suo legato il cardinale Gonzaga; il re, il cardinale Acquaviva e lo stesso monsignor Galliani arcivescovo di Tessalonica, i quali convenuti il 2 di giugno del 1741, fermarono i patti del concordato che poco appresso, ratificati da due principi, divennero leggi e regole di stato e di coscienza. Il reame di Napoli era veramente sconcertato da’ diritti baronali e dalle immunità della Chiesa: quanto Carlo provvedesse a’ primi dirò a suo luogo; furono le seconde principal motivo al concordato. Si tolleravano tre specie d’immunità, reali, locali, personali. Per le reali le proprietà della Chiesa nulla pagavano de’ pesi pubblici; altre proprietà di natura laicale andavano confuse alle ecclesiastiche, e molte franchige, molti favori godevano le terre e le case dei ministri e delle persone della Chiesa: cosicchè le ricchezze, l’avarizia, il numero, l’ardimento dei clero secolare e regolare facevano che la finanza, solamente sostenuta da poche terre e pochi cittadini, fosse stretta e cadente. Finchè durò la guerra, ora la prudenza de’ baroni, più spesso i doni della regina di Spagna, e sempre i consigli estremi e i prodotti forzati della necessità coprivano la povertà del fisco: ma finite le sollecitudini e le venture della conquista, languiva lo stato, e le stesse vicereali gravezze non bastavano; tanto più che sopravvennero le spese di numerosa splendida corte, è i cresciuti bisogni pubblici per l’avanzata civiltà.

Le immunità locali erano degli asili. Dava asilo a’ rei ogni chiesa, ogni cappella, i conventi, gli orti loro e i giardini, le case, le botteghe, i forni che avevano muro comune o toccanti con la chiesa, le case de’ parrochi. Così che in tanta copia di protettori edifizii trovavansi gli asili sempre a fianco al delitto, guardati da vescovi o cherici, e dal furore della plebe che difendeva quelle ribalderie come religioni. Ugual danno veniva alla giustizia dalle immunità personali; però che al numero già troppo de’ cherici si univano le squadre armate de’ vescovi, gl’infimi impiegati alle giurisdizioni