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112 LIBRO SETTIMO — 1813.


CAPO QUARTO.


Il re di Napoli ferma alleanza con l’Austria, tregua con la Inghilterra; fa guerra a’ Francesi. Caduto l’impero di Francia, provvede al suo regno.


LIV. Mentre i Napoletani cominciavano a disamare Gioacchino, e peggioravano le sorti di Francia, l’imperatore d’Austria in nome de’ sovrani di Europa gli offeriva amicizia. Di già ne campi di Ollendorf, su la riva dell’Ilm, fra tanti esempii d’incostanza, il conte di Mies commissario austriaco aveva aperto a Gioacchino il pensiero dell’alleanza, e n’era stato inteso senza disdegno. Qui è il luogo di palesare che îl re, per natura o per arte, proclive all’ astuzia, la chiamava politica, la credeva necessità di regno, se ne vantava maestro, ed era, come al più spesso avviene a’ reggitori de’ piccoli stati, sehernito dalle sue arti. Egli stesso, dubbioso dell’avvenire, chiamò a consiglio partitamente ad uno ad uno parecchi suoi ministri o generali, de’ quali confidavasi per affetto ed aveva in pregio il giudizio. Le opinioni si divisero in due opposte, delle quali riferirò i concetti in due discorsi pervenuti a mia certa notizia; e mi abbiano fede, benchè i nomi degli oratori io nasconda, i lettori di queste pagine.

L’uno disse:

«Sire, se in V. M. le qualità varie di re di Napoli, di cittadino francese, di congiunto dell’imperator Bonaparte, e ciò ch’ella debbe alla sua fama presente e quel che ne aspetta la posterità, generassero doveri contrari o differenti, io in materia tanto difficile per lo esame, tanto grave per il fine, mi crederei incapace di dar giudizio ed attenderci nel silenzio timidamente le decisioni di V.M. e i decreti del fato. Ma gli interessi sono unici; fa stessa cosa dimandano il re e ’l suo popolo, il cittadino francese, il cognato dell’imperatore, l’uomo destinatosi all’onore ed all’istoria.

La rivoluzione di Francia si fermò felicemente nell’impero di Bonaparte: l’impero fondò in Europa altri regni della sua specie, e surse dallo insieme la civiltà moderna. Perciò rivolazion francese, impero di Bonaparte, re nuovi, moderna civiltà, si presentano con le stesse sembianze alla mente degli antichi re; le paci, i riconoscimenti, le alleanze, i pegni di amicizia, i parentadi, sono per essi le transazioni della necessità, senza obbligo di fede o di coscienza. Il veechio ed il nuovo secolo si fanno guerra; ed ormai la vittoria non può essere particolare di uno stato e di un popolo; se trionfa il nuovo, tutte le società europee avranno in venti anni le basi della civiltà francese; e se l’antico, tutte si