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46 LIBRO SESTO — 1808.

magistrato di prima istanza nelle cause amministrative; la regia corte de’ conti, di revisione a’ consigli d’intendenza per alcune liti, e di primo giudizio per alcune altre; il consiglio di stato, di appello ai consigli d’intendenza ed alla corte de’ conti. Le regole di giustizia amministrativa erano le comuni del codice, il procedimento diverso, tendente a favorire le persone e le cose dell’amministrazione; e quindi per natura e difetti erano magistrati di eccezione, tollerabili in uno stato nuovo perchè moltiplicavano gli strumenti operosi de’ non ben noti metodi governativi, non comportabili agli stati già formati; provvedimenti però passeggieri indegni del nome e del decoro di codice o di legge. Intanto l’arbitrio piacque a governanti; o sebbene il napoleonico reggimento si afforzasse de’ nuovi interessi e degli usi del popolo, le dispotiche ordinanze dell’amministrazione non mutavano.

LI. Compiuti, pubblicati, messi in pratica gli enunciati codici, si vide nel regno spettacolo magnifico; magistrato in ogni comunità, magistrati maggiori nel circondario e nella provincia; cominciare le cause sopra luogo e terminarle, i giudizii e i giudici star sempre a fianco degl’interessi e de’ bisogni del popolo; dismessi gli usi assoluti, gli scrivani sbanditi, vietati gl’inganni e i tormenti agli accusati e a’ testimonii. E così la immensa congerie degli errori e vizii dell’antica giurisprudenza, frutto di diciotto secoli d’italiane miserie, fra sconvolgimenti politici, domestiche guerre, desolatrici conquiste, invasioni di barbare genti, superbia de grandi, servitù de’ popoli ed imperii lontani spensierati di noi, in breve tempo abbattuta e scomparsa. Dopo di che a’ nostri sguardi cambiò di aspetto la legge, atto già di potenza, ora di ragione; prima imperava, oggi governa; voleva l’obbedienza, ora cerca la persuasione e ’l favore de’ popoli. Strumento perciò ne’ passati tempi (quando fosse perfetta) di quieto e di giustizia; negli avvenire, di civiltà.


CAPO QUINTO.

Partenza del re. Ultimi tempi del suo regno.


LII. Avveratosi ciò che la fama da parecchi giorni divolgava, il re partì; e i lasciati provvedimenti indicavano che non tornasse. Indi ad un mese, da Bajona bandì per editto esser chiamato da’ disegni di Dio al trono della Spagna e delle Indie; lasciar noi dolente; sembrargli di aver fatto poco se mirava ai bisogni dello stato, molto se al suo zelo, alle sue cure, alle fatiche di regno; concedere a documento di amore un politico statuto raffermativo de’ beni operati per suo mezzo. operatore di maggiori beni.

Il quale statuto componevasi di undici capi. Il 1°. della reli-