Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/100

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Al dì là di questo gigantesco sollevamento discesero nella regione del Tarim (Turchestan orientale), e, procedendo per Yarkand e Khotan e per i dintorni del Lob-noor (lago Lob), entrarono nel deserto di Gobi o Sciamo; attraversarono quindi il Tangut, nome dato dai Mongolli e dai Persiani al territorio posto alla estremità nord-ovest della Cina ed esternamente alla Grande Muraglia. Girando intorno alle frontiere della Cina, essi giunsero finalmente alla presenza di Kublai, che era nella sua ordinaria residenza estiva di Kaipingfu, ai piedi delle montagne di Kingan, circa 80 chilometri a settentrione della Grande Muraglia. Il loro arrivo colà non fu anteriore al mese di maggio dell’anno 1275, dopo tre anni e mezzo di viaggio.

30. Soggiorno in Cina. — Kublai accolse i Veneziani con grande cordialità, e prese particolare affezione al giovane Marco, allora in età di 21 anni. Questi, come egli stesso ci dice, «imparò i costumi tartari, e loro lingue e loro lettere1, e diventò uomo savio e di grande valore oltra misura. E quando il Gran Cane vide in questo giovane tanta bontà, mandollo per suo messaggio ad una terra, ove penò ad andare sei mesi2 … Or torna messer Marco al Gran Cane colla sua ambasciata, e bene seppe ridir quello, perchè egli era ito, e ancora tutte le meraviglie e le grandi e le nove cose che aveva trovate. Sicchè piacque al Gran Cane e a tutti i suoi baroni, e tutti lo commendarono di gran senno e di grande bontà; e dissero, se vivesse, diverrebbe uomo di grandissimo valore. Venuto di questa ambasciata, sì il chiamò il Gran Cane sopra tutte le sue am-


  1. Il testo francese dice espressamente quattro lingue, le quali sarebbero state, secondo il maggior numero dei comentatori, l’araba, la turca, la mongola e la cinese.
  2. Questa sua prima missione lo condusse, lungo le provincie di Shansi, Shensi e di Sesciuen e per le selvaggie contrade del Tibet orientale, fino alla remota provincia dello Yunnan, chiamata dai Mongoli Karajan (Charangia nel testo magliabecchino, Carajan nel testo francese, della quale Marco parla estesamente nei capitoli 102 e 103).