Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/12

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Tolomeo con uno dei re egiziani della dinastia dei Lagidi; in Iornandes che nella sua opera De Getarum sive Gothorum origine et rebus gestis mette a profitto le geografie di Strabone e dell’Alessandrino1; nell’Anonimo di Ravenna, il quale cade, a proposito di Tolomeo, nella medesima confusione di Isidoro2. Gli autori più in voga erano Pomponio Mela, Solino e Plinio, specialmente i due primi. Quasi negletta era la parte fisica della scienza, e questa si riduceva per la maggior parte, ad un’arida serie di nomi locali colla indicazione delle distanze dall’uno all’altro luogo, similmente al sistema adottato negli antichi Itinerari3.

Tuttavia, se il movimento scientifico nel Medio Evo, anzichè procedere senza alcuna o ben poche discontinuità, come si è veduto succedere nella parte che tratta della Geografia presso gli antichi, non solo si rallenta, ma anzi manifesta una notabile tendenza retrograda, specialmente nel ramo matematico o cosmografico, non ci pare conveniente lasciare in disparte, od anche non toccare che di passaggio l’esame di quegli scrittori che si occuparono, più o meno direttamente, di cose geografiche. Imperocchè, come dice il Vivien de Saint Martin, anche nel seno di questo triste decadimento, ferveva un lavoro di rinnovazione, latente, insensibile, inosservato, dal quale, a un dato momento, doveva sorgere lo spirito ritemprato delle società


  1. Cap. III: «De hac (Scanzia insula) enim in secundo sui operis libro Claudius Ptolomaeus orbi terrae descriptor egregius meminit» e poco prima (cap. II): «Refert autem Strabo Graecorum nobilis scriptor».
  2. Ravennatis Anonymi, Cosmographia et Guidonis Geographica: «Nonnullos mundanos philosophos, inter quos Lignium et Ptolomaeum regem Aegyptorum ex stirpe Macedonum» (lib. I, cap. 9): e nel lib. IV, cap. 4: «atque Ptolomaeus rex Aegyptiorum Macedonum» e nel medesimo libro, cap. 11: «philosophi, ex quibus ego legi Ptolomaeum regem Aegyptiorum ex stirpe Macedonum». In queste osservazioni circa all’oblio in cui erano gli scrittori dell’antichità classica presso quelli del Medio Evo facciamo astrazione da alcuni autori medievali anteriori al secolo 5°, tra cui, ad esempio, Ammiano Marcellino.
  3. V. Parte prima, pag. 80 e 87.