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Storia della Letteratura Italiana. |
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risa, e generan noja. Aggiungasi l’elogio, che dello stesso Gorgia ci ha lasciato Filostrato. A Gorgia, dice egli1, io penso, che come ad inventore di essa attribuire si debba l’arte de’ Sofisti, perciocchè egli fu, che introdusse l’ornamento nel ragionare, e una nuova maniera di favellare maravigliosa e vivace, magnifica e figurata. Usava ancora sovente, ad eleganza e a gravità maggiore, di poetiche locuzioni. In qual maniera con somma facilità parlasse egli anche d’improvviso, sul principio di questo trattato si è detto (cioè che Gorgia, come altri ancora raccontano, pronto si offeriva a ragionare sul punto di qualunque argomento gli si proponesse). Quindi non è a stupire, ch’egli fosse udito con maraviglia, quando già vecchio insegnava la Rettorica in Atene. Egli certo teneva dal suo ragionare pendenti e sospesi i più dotti uomini de’ suoi tempi, Critia ed Alcibiade allor giovani, e Tucidide e Pericle già in età avanzati. Un somigliante elogio fa di lui Pausania2, ch’io per brevità tralascio. Dionigi Alicarnasseo finalmente, benchè il soverchio uso delle figure e l’eccessivo ornamento riprenda in Gorgia, ne parla nondimeno sovente come di grande e maraviglioso Oratore, il chiama uomo per sapere celebratissimo in Grecia, e maestro d’Isocrate3; e parlando di Demostene dice4, ch’egli da Tucidide e da Gorgia apprese la magnificenza, la gravità, lo splendore del favellare.
[XX. Onori da lui ottenuti.]XX. Tal fama in somma erasi acquistata Gorgia presso gli antichi Greci, che, come narra Filostrato5, erasi da essi formata la parola Γοργιάζειν, o, come diremmo noi, Gorgiare, a dinotare coloro, che profession facevano di eloquenza. I Leontini conoscendo, qual onore avesse Gorgia alla lor patria recato, una medaglia coniarono a onorarne la memoria e il nome, nel cui rovescio vedesi il capo di Apolline. Ella è stata pubblicata nel secondo Tomo del Museo Britannico. Un altro ancora più onorevole monumento fu a Gorgia innalzato, mentre tuttor vivea; cioè una statua d’oro nel Tempio d’Apolline Pitio in Delfo. Questa da tutta la numerosissima adunanza, che udita avea l’orazione da lui pronunziata in occasione de’ solenni giuochi, che vi
- ↑ De Vitis Sophist. I. i..
- ↑ Descript. Græ. lib. VI. c. XVIII.
- ↑ Judic. de Isocr.
- ↑ De admir. vi dicendi in Demosth.
- ↑ Epist. XIII.