Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/321

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e morì nel sesto anno di Tiberio, come abbiamo da Plinio, e più chiaramente dalla Cronaca Eusebiana58, alcuni Annali avea scritto, e un libro de’ Magistrati Romani. Vuolsi però avvertire, che il libro di tale argomento, che col nome di Fenestella si vede in alcune edizioni, a lui punto non appartiene; ma è di Andrea Domenico Fiocco Fiorentino59. Altri ancora si aggiungono di minor nome, che son rammentati dal Vossio, presso il quale si potrà vedere ciò, che di essi, e di que’ che abbiam nominati, eruditamente raccoglie. A questo secolo finalmente lo stesso Vossio attribuisce il celebre Storico Cremuzio Cordo; e sembra certo, che al tempo d’Augusto egli scrivesse, almeno in parte, le sue Storie. Ma perché egli visse parecchi anni ancora sotto Tiberio, e allora singolarmente più note si renderono a suo gran danno le sue opere, ci riserberemo a parlarne nel seguente volume. Rimane dunque, che prendiamo a dire di Tito Livio.

XI. A me non appartiene l’entrare nella quistione tra alcuni Scrittori dibattuta, se Livio fosse

veramente nativo di Padova, o anzi di Abano villaggio nel Padovano, quistione del cui scioglimento non debb’essere sollecito chi tratta generalmente la Storia della Letteratura Italiana. Poco o nulla sappiamo della vita da lui condotta. Pare, che qualche parte egli avesse nell’istruzione di Claudio, che fu poi Imperadore; perciocché Svetonio narra60, che a persuasione di Livio egli ancor giovane prese a scrivere la Storia Romana, incominciandola dalla morte di Cesare. Ma la scarsezza di notizie intorno alla vita di Livio sarebbe agevole a sofferirsi, se tutta se ne fosse conservata la Storia. Niuno avea ancora intrapresa o condotta a fine opera di sì gran mole. In cento quarantadue libri aveva egli compresa tutta la Storia Romana dalla fondazione di Roma fino alla morte di Druso. Qual danno, che di sì grand’opera solo trentacinque libri siano a noi pervenuti! Tutti gli antichi Autori ne parlano con somme lodi. Seneca il Filosofo lo chiama eloquentissimo uomo61; Plinio il Vecchio lo dice Autore celebratissimo62.