Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/323

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ano Latine, quali nol siano. Io concederò bensì, che non dobbiamo usare se non di quelle, che troviamo ne’ buoni Autori, che ci sono rimasti; perciocché altrimenti non vi avrebbe regola e legge alcuna di scrivere. Ma il non trovarsi in essi una cotal voce o una cotal locuzione, come ci dee bastare, perché non ci facciamo ad usarla, così non può bastare a decidere, ch’essa al buon secolo non fosse usata. Or tornando all’accusa di Pollione, se egli sol contro Livio si fosse rivolto, si potrebbe credere a ragione, che giusta fosse l’accusa. Ma come per l’una parte sappiamo, ch’egli non la perdonava ad alcuno, e per l’altra non sappiamo, che altri scorgessero in Livio un tal difetto, par verosimile, che in questo ancora si lasciasse Pollione travolgere e trasportare dal suo mal talento, e dal desiderio di acquistar fama a sé stesso coll’oscurare l’altrui. XII. Altri di altri difetti hanno accusato questo insigne Scrittore. E prima di troppa credulità nel raccontare gli strani prodigj, che dicevansi accaduti. Giovanni Toland per liberarlo da questa taccia un’altra troppo peggiore gli n’ha apposta, spacciandolo per Ateo in una Dissertazione da lui pubblicata all’Aja l’anno 1708. Ma e l’accusa e la discolpa peggior dell’accusa non son ragionevoli. Livio riferisce ciò, che gli antichi Scrittori aveano riferito, e ciò, di che correva costante voce tra il popolo; ma nel riferirlo egli mostra più volte di essere persuaso della falsità di cotali prodigj. Così in un luogo egli dice66

Hæc ad ostentationem scenæ gaudentis miraculis aptiora quam ad fidem

neque affirmare, neque refellere operæ pretium est. E altrove, raccontati alcuni prodigj, soggiugne67

Nam & vera esse, & apte ad repræsentandam iram Deum ficta possunt. Le parlate,

che a’ Generali d’armata e ad atri ragguardevoli personaggi attribuisce Livio, sono pur condennate da alcuni, come da lui immaginate e composte sul verisimile solamente, e non sul vero. Ma se Livio è degno per esse di riprensione, egli può consolarsi, che questo difetto gli sia comune con tutti gli altri più accreditati Scrittori antichi; e noi pure di questo difetto medesimo possiam compiacerci; perciocché per esso abbiamo tante Orazioni piene di forza e d’eloquenza maravigliosa, e che posson