Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/170

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Si trova in una selva oscura (stato d’ignoranza e di errore, la selva erronea del Convito), vede il dilettoso colle, principio e cagione di tutta gioja (la beatitudine), illuminata dal sole che mena dritto altrui per ogni calle (la Scienza), ma tre fiere (la carne, gli appetiti sensuali) gli tengono il passo. L’uomo da sè non può salire il calle, non può giungere a salute; viene dunque il Deus ex machina, l’ajuto soprannaturale. Si richiede non solo ragione, ma fede, non solo amore, ma grazia. Virgilio (ragione e amore) lo guida insino a che confesso e pentito e purgato d’ogni macula terrena succede Beatrice (ragione sublimata a fede, amore sublimato a grazia). Con questo ajuto esce dallo stato d’ignoranza e di errore (la selva), e prende il cammino della scienza (l’altro mondo, il mondo etico e morale). Gli si affaccia prima l’inferno (l’anima nello stato del male) e conosce il male nella sua natura, nelle sue specie, ne’ suoi effetti (vedi canto XI). Entra allora in purgatorio (pentimento ed espiazione), dove ancor vive la memoria e l’istinto del male, e conosciuto il suo stato, pentito e mondo, diventa libero (dalla carne o dal peccato). Si trova allora ricondotto allo stato d’innocenza, nel quale era l’uomo avanti il peccato d’origine, e vede il paradiso terrestre, e vede Beatrice (fede e grazia). Con la sua guida sale in paradiso (l’anima nello stato di beatitudine) di grado in grado si leva sino alla conoscenza e amore (contemplazione beatifica) di Dio, del sommo Bene, e in questa mistica congiunzione dell’umano e del divino si riposa (è beato).

La redenzione della società ha luogo nello stesso modo che degl’individui. La società serva della materia è anarchia, discordia, sviata dall’ignoranza e dall’errore. E come l’uomo non può ire a pace, se non vinca la carne ed ubbidisca alla ragione, così la società non può ridursi a concordia, se non presti ubbidienza ad un supremo mo-