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284 storia




CAPITOLO XVI.

[Anno 1847]


Cenni storici sui circoli o casini tanto di Roma quanto dalle provincie, durante la rivoluzione romana.1


Relativamente ai circoli in generale non dubitiamo punto di affermare, che ove le autorità pontificie avessero avuto presenti le opinioni di Tucidide e di Washington avverse in genere ai circoli politici, non ne avrebber pemesso la istituzione; ma in quel tempo, tempo di frenesia per gli uni, di beatitudine irreflessiva per gli altri, di amorevole espansione del Santo Padre per tutti, pur troppo volevasi che Roma fosse una città eccezionale, e che ivi fosse bianco quello che altrove era nero, in guisa che non fosse a temersi pericolo veruno per la sovranità in tanta gioia popolare.

In così erronea sentenza poi tutti siffattamente convenivano, che non esitiamo a credere che ove il Santo Padre avesse consultato qualcuno in proposito, lo avrebbe rassicurato sulla innocuità del permesso, quasi che col l’introdurre i circoli in Roma, e sopratutto quello che assumer voleva il nome di romano, venisse a formarsi un baluardo per proteggere la società contro la irruzione delle idee democratiche.

Quanto a noi, cui son tuttavia presentì le fasi della rivoluzione francese del 1789, direm francamente e senza ambage che permettere i circoli e voler governare, egli è cosa impossibile: poichè, impiantati una volta che siano.

  1. Dobbiamo avvertire i nostri lettori che, avendo voluto dare tutta unita a storia dei circoli, è stato forza di narrare seguitamente quelle stesse cose che abbiam dovuto memorare nell’epoche rispettive in cui accaddero.