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» Le discordie intestine, lo spargimento del sangue fraterno, lo sprezzo delle sorelle provincie, l’odio e la vendetta di Roma, le imprecazioni d’Italia, la via aperta all’invasione straniera, la negletta indipendenza italiana, ecco i frutti del seme che sconsigliatamente avete gettato.

» Cosi la sente il popolo di Bologna che ha consacrato la sua fede politica con lunghi e penosi sacrifici, e voi se ne volete essere i fidi interpreti, o ritrattate la vergognosa dichiarazione, o lasciate quegli scanni a chi meglio che voi sappia il volere del popolo significare.

» Bologna dalla residenza del circolo popolare il 31 dicembre 1848.

» I Segretari » I Presidenti dell’adunanza
» Savini » Filopanti
» Ergovaz. » Savelli.1

Non si può non essere colpiti, dopo letti questi due atti, da un senso di stupore, considerando che mentre vantavansi i circoli di non arrogarsi il mandato di rappresentare la opinione del paese, riunivano il così detto popolo nelle sale del circolo popolare per deliberare, e che esso in numero di mille pronunziò il suo verdetto, annullando l’operato del municipio, ed approvando invece il decreto in favore della Costituente, cui si diè il nome di Assemblea generale dello stato.

Ma come potrebbero schermirsi i circoli dall’accusa di palpabile ipocrisia e di flagrante impostura, attribuendo da un lato alla libera e pacifica risoluzione del popolo l’annullamento dell’atto del municipio, mentre i circoli stessi preser la iniziativa, convocarono gli amici, e riunironli nelle sue sale per deliberare? E quanti furon quelli che rappresentarono il popolo? Un migliaio di persona, mentre la popolazione di Bologna è composta di quasi un centomila abitanti! Dunque la volontà di un centesimo

  1. Vedi Documenti, vol. VII, n. 119.