Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. I).djvu/324

Da Wikisource.
314 storia

L’azione loro poi, comecchè o disconosciuta o disprezzata dai governi che credutili innocui, se pure non ne favorirono, non ne avversarono lo stabilimento (per quella fatalità di consigli che in allora prevaleva), veniva guadadagnando e masse di popolo, e guardie cittadine, e borghesia, insinuandosi perfino negli alti ordini dello stato, e paralizzando la libera azione dei governi stessi.

Ciò venne dichiarato dal Manin e dal Guerrazzi, i quali appunto per averne riconosciuta l’azione infesta, li ripudiarono. La loro somma importanza venne pure riconosciuta dal liberalissimo Brofferio, il quale giunse a paragonarla a quella del governo stesso del Piemonte cui apparteneva.

Sulla importanza dei circoli avendo detto bastantemente, non è più luogo per ora ad aggiunger parola. Vedranno bensì i nostri lettori, allorquando narreremo i fatti degli ultimi mesi del 1848, che cosa facessero i circoli di Firenze, di Pisa, di Siena, e di Livorno, e come ancor essi s’immischiassero nelle cose nostre, e i consigli che dettero ai nostri circoli ed al popolo romano; ed i consigli de’ circoli in que’ tempi valevan pressura e spinta potentissima. Chi poi volesse conoscere ancor meglio la quantità dei circoli, da cui l’Italia tutta venne avviluppata, e le loro ramificazioni e gli atti ch’emisero, non avrà che a consultare il giornale toscano che pubblicavasi a Firenze, e che dal suo titolo: «La Costituente italiana,» indica chiaro qual fosse l’oggetto cui propugnava. 1



  1. Vedi la Costituente italiana, n. 1, 2, 5, 6, 11 e 13.