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Prima però di raccontare per disteso come passaronsi le cose, ciò che formerà il soggetto del seguente capitolo, non possiam pretermettere che il giorno 16 di luglio, quel giorno stesso in cui si sottoscriveva l’atto di cui parliamo, si dette una grande accademia di poesia all’Arcadia, e vi recitò la prosa monsignor Carlo Gazola. L’argomento scelto fu il seguente «La gloria onde van debitrici a san Pietro e a san Paolo l’Italia e Roma per la fondazione in detta città del pontificato romano.»

Ciò avvertiamo affinchè non si dimentichi che il prelato Grazòla fu quello stesso che, mesi dopo, contribuì alla fondazione del giornale il Contemporaneo giornale che non ebbe al certo in vista di rafforzare il papato; e che nel 1849 fondò l’altro giornale sotto il titolo di Positivo il quale terminò col fondersi nella Italia del popolo di Giuseppe Mazzini. 1

Diciamo questo perchè, siccome la storia che andiamo svolgendo presenterà un. tessuto non interrotto di menzogne e d’ipocrisie, così non sarà inopportuno d’incominciare a prendere contezza di questa prima ipocrisia cui le altre successive, che man mano verremo narrando, faranno condegna sequela.






  1. Vedi num. 41 e 42 dell’Italia del popolo, non che il num. 88 del Positivo.