Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/699

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per esservi impresso un nuovo bollo. Si sperava con questa savia disposizione di arrestare la fabbricazione di altri boni falsi a danno del pubblico; e si raggiunse lo scopo.1

In quello stesso giorno l’Oudinot decretava un disarmo generale, e con altro atto scioglieva la guardia civica di Roma promettendo che (sono sue parole) si sarebbe immediatamente riorganizzata secondo le sue basi primitive. La esecuzione di queste due misure veniva affidata al generale Rostolan governatore di Roma.2 E questi con un bando del 7 indicava i luoghi nei quali sarebbonsi dovute consegnare le armi e munizioni, cioè:

Per i rioni di Monti, Trevi e Colonna, il palazzo di Venezia.
Per i rioni di Campo Marzo, Ponte e Parione, il palazzo Borghese.
Pe’ rioni di Regola, Pigna e sant’Eustachio, il palazzo della Sapienza.
Per il rione di Borgo, il palazzo Torlonia (a san Giacomo Scossa Cavalli).
Pe’ rioni di Ripa, Campitelli e sant’Angelo, il Campidoglio.
Per il rione di Trastevere, san Calisto.

Le fazioni francesi poi che erano di guardia alle porte venivano incaricate di visitare minutamente le persone, le vetture e le bestie da soma uscenti dalla città. Comminavansi infine le pene contro i trasgressori.3

Il disarmo ebbe luogo pacificamente. Moltissime armi si raccolsero, quantunque fosse opinione comune che non poche ne rimanesser nascoste.

Ne increbbe però, ed a ragione, la ingannevol promessa del ripristinamento della guardia civica. Noi non crediamo che molti ne fosser vogliosi, sebbene lo dicessero, perchè avvi di molte cose che si dicono o si finge di desiderare

  1. Vedi Raccolta ec., pag. 7.
  2. Vedi detta, pag. 8.
  3. Vedi detta, pag. 9.