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XIV

disciplina, portò sul trono maschia pietà, nome di virtù incontaminata. Avrebbe compensata la brevità del suo gerarcato con la perennità di un beneficio invocato, ha più secoli dallo stato, migliorando notevolmente l’agricoltura, se non era rapito alla chiesa in sullo stringersi convenzione per dissodare la vastità dei campi che circondano Roma.

Fu Gregorio XVI uno di quei tanti pontefici che con l’ingegno e la dottrina illustrarono la cattedra di s. Pietro. La fermezza del suo carattere, l’unità delle sue vedute, il suo braccio forte tenne umiliate le sette che fremeano al suo piede. Principe nemico delle novità, amante dei sudditi ne procurò ogni ben essere possibile e trovò le sue delizie nel sapere i popoli nell’abbondanza di cereali e di numerario. Grandi furono le lotte da lui sostenute in difesa della fede cattolica, dell’antica disciplina e della libertà della chiesa. Con le sue cure istancabili ne dilatò i confini: vasti paesi, interi popoli vennero alla fede e milioni di nuovi credenti accrebbero il gregge del romano pontefice. Dovuto ad esso è l’impianto della gerarchia ecclesiastica in Inghilterra: egli molto dispose al trionfo della Madre di Dio nella di Lei immacolata concezione. Porrà il tempo in maggior luce i suoi meriti e il nome di Gregorio XVI nella serie dei romani gerarchi apparirà nella sua vera grandezza.