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6 vita di pio vii.

da Enrico de Chiaramonte, che perseguitato da Filippo l’audace riparò in Italia, si pose agli stipendi di Carlo I l’angioino, quindi di Pietro III l’aragonese1: si disse infine discendere da quel conte Manfredo di questo nome e di origine Catalana venuto in Italia nel secolo XIV e fatto ammiraglio di Sicilia2. Comunque sia, basta consultare le memorie storiche di Cesena per convincersi che antica e nobilissima è questa famiglia, dappoichè Ludovico Chiaramonti fu vicario imperiale in Romagna, Scipione senatore e cavaliere di s. Stefano, Cesare, Giacinto e Francesco giureconsulti di alta rinomanza, Scipione filosofo e matematico insigne3. Queste glorie per altro sono ben lievi a fronte di quella, che gli aggiunge l’aver dato alla chiesa un invitto pontefice, che, posto dalla provvidenza sul soglio del Vaticano in tempi difficilissimi, mostravasi impavido sostenitore della fede, dei diritti del sacerdozio, della maestà dell’impero.

II. Sedea sulla catedra apostolica Benedetto XIV quando in Cesena dal conte Scipione e dalla n. d. Giovanna Coronata dei marchesi Ghini il dì 14 Agosto 1742 nacque quel Chiaramonti, che divenne quindi la delizia e la meraviglia del mondo, perchè compendiò in se stesso il coraggio, la magnanimità e la costanza dei pontefici predecessori. Nella parocchia dei ss. Giovan Battista e Severo fu levato al fonte battesimale dal sacerdote Matteo Luchini vicario curato della

  1. Vedi Fazzelli, Bonfigli e Zazzeda, i quali asseriscono concordemente, che Enrico Chiaramonti nel 1271 servì l’angioino e quindi, dopo il famoso vespero siciliano, entrò agli stipendi di re Pietro III, che avea conquistati quei dominî per le ragioni di Costanza figlia superstite di Manfredi.
  2. Vedi Moreri come sopra.
  3. Storia di Cesena in XVI libri pubblicata da Scipione Chiaramonti seniore, e difesa dal di lui figlio Simeone nel suo libro «Contentio apologetica de Caesena triumphante adversus Fortuni Liceti oppositiones, in qua defenditur patriae historia fideliter conscripta a Scipione Claramontio». Vedi Jaen Pierre Nicesou «Memoires pour servir à l’histoire des hommes illustres dans la republique des letteres». Tom. XXX. pag. 157. edizione di Parigi 1727.