Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/165

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§. 23. Io lascerò che altri giudichi se da queste medesime cagioni proceda che gl’Inglesi non abbiano mai avuto ne’ tempi andati alcun celebre pittore, e lo stesso sia pur de’ Francesi, ove due o tre se n’eccettuino, malgrado le tante spese che hanno fatte per riuscirvi.

§. 24. Chechè ne sia, io mi lusingo colle nozioni generali dell’arte e delle sue differenze ne’ varj paesi, ov’è stata coltivata, e ancor si coltiva, d’aver preparato abbastanza il mio leggitore, per passare all’esame di ciò che furono le arti del disegno in ognuna delle tre nazioni, presso le quali divennero celebri.




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    gomento cavato dalle cognizioni del di lui maestro non dovrà prevalere alla chiara testimonianza del Vasari quasi contemporaneo, che nella di lui vita dopo il principio, tralle vite de’ Pittori Tom. iiI. pag. 58., scrive, che non vide Roma, e non istudiò l’antico; e del celebre Annibale Caracci in una lettera a Lodovico suo cugino inserita nella Raccolta di lettere sulla Pittura ec. Tom. I. pag. 89., ove ci assicura, che egli non abbia posto in opera che i suoi pensieri, e i suoi concetti; e non imitato modelli, statue, o carte. Anche le opere sue, come prosiegue in quello proposito il signor Bracci loc. cit., apertamente dimostrano, che egli deve a sè stesso la sua eccellenza, e la sua fama. E chi non vede quella grazia singolare, che il Correggio ha dato alle sue figure, e principalmente a quelle delle femmine, e de’ puttini, che procede dall’avere studiata la sola natura?