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246 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o

posta indole d’animo tra i Greci e i Romani. Gli Achei si condussero nella guerra sì umanamente, che erano tra loro convenuti di non portare alcuna saetta nascosta, e di pugnar soltanto da vicino uno contro l’altro colla spada alla mano1. Eziandio nel maggior calore degli animi sspender soleano ogn’inimicizia, e per alcuni giorni tutto dimenticare, quando cominciavano i giuochi olimpici, ove unanime la Grecia adunavasi a godere d’una gioja universale2. Ne’ più antichi tempi, quando la nazione era ancor meno incivilita, nell'ostinata guerra tra i Messenj e gli Spartani, fecero que’ due popoli nemici una tregua di quaranta giorni per celebrare le feste usate in onor di Giacinto3. Avvenne ciò nella seconda guerra messenica, che terminò nell’olimpiade xxviii.4.

[Vi contribuì il governo libero...]

§. 10. Per ciò che riguarda il governo della Grecia, possiam osservare che la libertà fu la principal cagione de’ progredì dell’arte. La libertà regnò sempre in quel paese, anche presso il trono de’ re5, che paternamente reggeanlo6, avanti che i progressi della ragione e del sapere facessero a’ Greci d’una piena libertà gustar la dolcezza. Omero chiama Agamennone il pastore del popolo7 per indicare l’amor che ne aveva e la cura. Che se quindi insorsero tiranni, essi nol furono che della rispettiva lor patria; ma l’intera nazione non riconobbe mai un sol capo, né mai v’eb-


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  1. Polib. lib. 13. pag. 672. [Polibio dopo aver data questa lode agli antichi Achei, la dà pure ai Romani, dicendo essere stato costume degli antichi, non dimenticato in tutto a’ suoi giorni, d’intimare la guerra solennemente, di non tendere insidie, e di battersi da vicino cogl’inimici. All’opposto degli Achei moderni rileva che era presso di essi biasimato quel Generale che non avesse saputo occultare perfettamente i suoi disegni. Hunc, si quis imperator suum consilium bellicum minus occuluerit, vitio id illi vertunt (Achæi). Adhuc apud Romanos veterum institutorum rei militaris leviter impressa vestigia quædam manent. Nam & bella indicunt, & insidiis raro utuntur, & cominus rem gerentes pugnam edunt statariam.
  2. Nell’olimpiade xc. non si vollero ammettere gli Spartani a questi giuochi, perchè non aveano pagata una multa, come doveano, Tucidide lib. 5. cap. 49. pag. 348. Lo stesso storico lib. 8. cap. 9. e 10. p. 512. scrive che nei giuochi istmici si faceva tregua, e alleanza fra i popoli della Grecia, che chiamavano alleanza istmica.
  3. Paus. lib. 4. cap. 19. pag. 326. lin. 11.
  4. Idem loc. cit. cap. 23. pag. 336. princ.
  5. Arist. Polit. lib. 3. cap. 10.
  6. Thucid. lib. 1. cap. 9. pag. 9.
  7. Arist. Ethic. lib. 8. c. 13. p. 145. B., Dionys. Halicarn. Ant. Rom. lib. 5. cap. 72. pag. 322. in fine.