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258 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o

per la qual opera gli Amfizioni accordarono a quel generoso artista il privilegio di pubblica ospitalità per tutta la Grecia1.

§. 25. Tutto ciò che era eccellente nel suo genere veniva singolarmente apprezzato, e un perfetto artefice, anche ne’ lavori di poca importanza, poteva aspirar all’immortalità del proprio nome: immortalità che i Greci solevano nelle preghiere loro implorare dagli dei2. Sono pervenuti fino a noi i nomi dell’architetto, che avea disegnato e diretto l’acquidotto dell’isola di Samo3, del legnajuolo che avea colà costruita la più grossa nave, di Architele famoso scarpellino che si distinse nel tagliar le colonne4, e dei due tessitori, ovvero ricamatori, che lavorarono il manto


di


  1. Plin. lib. 35. cap. 9. sect. 35. [ Intorno al diritto e privilegio dell’ospitalità pubblica presso i Greci, che presso i Romani possono vedersi il Tomasini, Moebio, Schiltero, Verpoorten, Colombo, Bergero; e tra i più recenti, il P. Paciaudi Monum. Pelop. Vol. iI. pag. 132. segg., ed il sig. abate Spalletti Dichiarazione di una tavola ospitale ritrovata in Roma, §. 1. e 2. Consisteva esso nell’aversi a spese pubbliche delle città, ove gli ospiti si portavano, una propria abitazione, ma eziandio trattamento conveniente, e regali. Per essere riconosciuti si dava loro un contrasegno, o marca, che li diceva tessera ospitale. Credo che non sarà discaro agli amanti della erudirà antichità, che io inserisca qui la notizia della più antica di queste tessere, che conservasi nel Museo Borgiano a Velletri, come quella, che per la forma dei caratteri a giudizio del celebre sig. abate Barthelemy, appartiene al quinto o sesto secolo avanti l’era volgare. Questa tessera, che fu non ha molto ritrovata nella Magna Grecia, ed è scolpita in lamina di bronzo, è anche uno dei più vetusti greci monumenti, che siano noti, come sono il Sigeo, l’iscrizione Deliaca, la Nointeliana esistente in Parigi, quelle di Amicla e Sparta pubblicate dal Caylus, Recueil d Antiquités Tom. I. pag. 64., le due iscrizioni del Museo Nani in Venezia, ed altre pochissime. E poi pregevolissima per li lumi, che ne somministra alla paleografia greca con tre nuove forme di lettere dell’alfabeto di quella lingua, che vi si osservano scolpite in questa guisa, , , , e secondo tutte le ragioni corrispondono a Γ, Ξ, Χ. Ma un monumento cosi vetusto e singolare non è oggetto di una breve nota, esigendo piena illustrazione, che non dubitiamo verrà presto alla luce. È scritta in dialetto dorico, e ne recaremo la versione latina come è stata fatta dal lodato Barthekmy, secondo l'ordine de' versi

    DEA FORTVNA SERVATRIX
    DAT SICAENIAE DOMVM
    ET RELIQVA OMNIA.
    [(cum esset)] DEMIVRGVS, PARAGORAS.
    [(cum essent)] PROXENI, MINCON,
    HARMOXIDAMVS, AGATHAR-
    CHVS, ONATAS, EPICVR-
    VS.

  2. Posidon. ap. Stob. Serm. 117. pag. 599. in fine.
  3. Herod. lib. 3. cap. 60. pag. 226.
  4. Theodor. Prodrom. ep. 2. pag. 22.