Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/399

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Del Bello considerato nelle varie figure, ec. 289

duzione, la cui idea principale era una giovinezza inalterabile, a cui necessariamente condur dovea lo studio e la ricerca del bello.

§. 1. Lo spirito umano ha una non so quale innata tendenza e brama di sollevarsi sopra la materia nella sfera spirituale delle idee; e trova una certa felicità in produrre idee nuove e immagini di esseri più perfetti. I grandi artisti presso i Greci, che risguardavansi quasi come altrettanti creatori, sebbene meno per soddisfare la ragione lavorassero che per piacere ai sensi, pure studiavansi di vincere la durezza della materia, e cercavano in certo modo eziandio di animarla, se fosse stato possibile: questo nobile scopo, eziandio ne’ primi tempi dell’arte, diede occasione alla favola della statua di Pigmalione1.

[...e loro proprietà generali.]

§. 2. Uscian dalle loro mani i più sacri oggetti del pubblico culto, e questi, per eccitare maggiormente la venerazione, doveano sembrar figure prese da una più elevata natura, aver doveano un non so che di divino per corrispondere all’idea sublime che delle figure degli dei aveano data i primi fondatori delle religioni, che eran poeti2, i quali diedero pur le ali all’immaginazione, quasi per sollevarsi nelle opere loro al di sopra di sé stessi, e sovra tutto ciò che ai loro sensi soggiaceva. E quale idea formar poteasi più convenevole a dei sensibili, e più piacevole all’immaginazione, che l’idea d’una giovinezza eterna, e del fior della vita inalterabile? idea cui gli uomini si chiamano alla mente con diletto eziandio negli anni più tardi. Ciò conveniva all’immutabilità della natura divina; e altronde le belle e giovanili forme de’ numi erano più atte a destar la tenerezza e l’amore che è capace di rapire l’anima in un’estasi deliziosa, in

Tom.I. O o cui


  1. Ovidio Metam. lib. 10. vers. 247. segg.
  2. Vedi il Padre Tomassini Meth. d’etud. & d’enseign. les poet. Tom. I. part. I. chap. 6. segg.