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302 D e l   B e l l o   c o n s i d e r a t o

lo, nel museo d’Ercolano. Ripetute frequentemente s’incontrano le figure di questo dio sulle gemme e su i vasi di terra cotta, de’ quali un solo ne rammenterò della collezione Porcinari a Napoli, pubblicato nella prima Parte della grand’Opera d’Hamilton, ov’egli rappresentasi sedente, barbato, e cinto d’alloro come vincitore, con vagamente ricamato vestito.

[Dei rappresentati in età virile.] §. 24. Si sono fin qui esaminate le deità giovanili, i diversi gradi, l’età, e le varie forme della giovinezza loro: differenze, che colla debita proporzione si osservano pure nei volti degli dei rappresentati in età virile, nei quali si vede al tempo stesso l’espressione della forza propria a quell’età già matura, e della giovialità e dilicatezza propria alla gioventù. Quest’ultima si distingue, come nelle figure giovanili, alla mancanza dei nervi e de’ tendini, che poco sensibili sono nel fior degli anni; e vi si ravvisa insieme una certa idea di divina sufficienza, scevra d’ogni bisogno, per cui le membra loro non hanno d’uopo, siccome negli uomini, di certe parti necessarie per riparare la perdita cotidiana.

§. 25. Serve ciò a rischiarare l’opinione di Epicuro sulla figura degli dei che, fecondo lui, aveano non corpo, ma quasi corpo, non sangue, ma quasi sangue: opinione che Cicerone trova oscura e inintelligibile1. All’avere o non avere le summentovate parti si distingue Ercole che aveva ancora a combattere uomini possenti e mostri, né giunto ancor era alla meta delle sue fatiche, da Ercole già purgato col fuoco e sollevato a godere la beatitudine dell’Olimpo; quello vien rappresentato nell’Ercole Farnese, e questo in un torso d’Ercole mutilato a Belvedere2. Quindi nelle statue, le quali per mancanza della testa e d’altri indizj sono ambigue, si può per tal modo conoscere se un dio rappresentino


o un


  1. De Nat. Deor. lib. 1. c. 18. & 25.
  2. Se ne veggano le figure nel Tomo iI.