Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/421

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n e l l e   v a r i e   f i g u r e , e c. 311

che lo prenunzia come il più avvenente tra i figli degli uomini. Ma nella maggior parte delle sue figure sembran essi, senza eccettuarne nemmeno Michelangelo, averne presa l’idea da’ lavori barbari de’ bassi tempi; onde nulla può vedersi di più volgare e vile che le sembianze d’alcune teste dì Gesù Cristo. Non così però pensò Raffaello: ei gli diede un volto nobile, come vedesi in un suo piccolo disegno originale nel regio museo Farnese di Napoli, rappresentante la sepoltura del Salvatore, nella cui testa si ravvisa la beltà d’un giovane e imberbe eroe. Annibale Caracci è il solo, per quanto io so, che abbiane seguito l'esempio in tre quadri simili rappresentanti lo stesso soggetto, uno de’ quali è nel testè nominato museo, l’altro in san Francesco a Ripa in Roma, e ’l terzo nella cappella del palazzo Panfili1. Che se il rappresentare Gesù Cristo sì giovane e sbarbato sembrasse a taluno cosa contro il costume, l’artista prenda a modello il Salvatore di Leonardo da Vinci, e principalmente una sua testa della maggior bellezza, esistente a Vienna nel gabinetto di S. A. il principe di Lichtenstein: in questa effigie, malgrado la barba, scorgesi la più sublime beltà virile, e può riputarsi quella testa per uno de’ più perfetti e de’ più mirabili pezzi di pittura2.


$. 42. Se


  1. Le varie teste, che ha fatte Guido, meritano qualche riguardo.
  2. Leonardo nella famosa Cena dipinta a fresco nel refettorio del convento delle Grazie di questa città sentì più che altrove la necessità di dare al Salvatore le più belle sembianze: „ ma, dice il Lomazzi, Tratt. della pitt. lib. 1. cap. 9., aveva egli fatti i due Giacomi di tanta bellezza e maestà, che volendo poi far Cristo non potè mai dar compimento e perfezione a quella santa faccia, con tutto che egli fosse singolarissimo; onde così disperato, non vi potendo far altro, se n’andò a consigliarsi con Bernardo Zenale, che per confortarlo gli disse: o Leonardo, è tanto e tale questo errore, che hai commesso, che altro che Iddio non lo può levare; imperocchè non è in potestà tua né di altri di dar maggiore divinità e bellezza ad alcuna figura di quella che hai data a Giacomo maggiore e minore: sicchè sta di buona voglia, e lascia Cristo così imperfetto, perchè non lo farai esser Cristo appresso a quegli Apostoli. E così Leonardo fece ec. „. Quindi appare che non fosse fra noi il solo Leonardo a pensare che dar si dovesse al Salvatore la massima bellezza. Leggasi lo stesso presso Vasari Vita di Leonard. Tom. iiI. part. 3. pag. 21. [ Tra le vite dei pittori. Ma ivi nella nota di monsignor Bottari si prova, che questa testa fosse finita meravigliosamente.