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Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/550

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440 D e l   P a n n e g g i a m e n t o.

Suida1, dicesi essere un distintivo de’ Dioscuri: χλαμύδας ἔχοντες ἐπὶ τῶν ὤμων ἐφημμένην ἑκατέραν2. In questo senso dicea Platone ad Aristippo „ a te è concesso di portar del pari una clamide, e de’ cenci „ per indicarne l’indolenza sì nella felicità, che nella miseria3. In Atene la clamide portar soleasi anche dai giovani4, fra i diciotto e i vent’anni, che doveano vegliare alla guardia della città, e così disporsi ai disagi della guerra5. Nero era questo lor pallio anticamente, fino a che il ricco oratore Erode Attico, ai tempi d’Adriano, loro una bianca clamide diede6. Nelle pitture dell’antico Terenzio del Vaticano, quali tutt’i giovanetti di libera condizione portano quella clamide, come cosa presso di loro generalmente in uso. I pallj de’ soldati, affinchè tenessero più caldo, folean essere internamente villosi, e con frange, κρωσσότοι7.

§. 7. Dee distinguersi dalla clamide un più breve pallio, detto χλαῖνα il quale non era punto attaccato su una spalla, ma soltanto addossato su amendue gli omeri, e sciolto, come appunto suole ne’ paesi caldi il plebeo portar la cavatasi camiciuola. Un siffatto pallio vien dato da Aristofane ad Oreste, il quale diffatti lo porta come un panno avvoltolato al braccio sinistro, su un vaso d’argento del signor cardinale Nereo Corsini, ove quell’eroe è rappresentato inanzi al tri-


buna-


  1. V. Διόσκουροι
  2. Mon. ant. T. iI. Par. I. c. 24. §. 1. p. 75. [ Chlamyde induti ex humeris dependente.
  3. Diogene Laerzio lib. 2. segm. 67. scrive, che Platone così lo motteggiò per tacciare la sua facilità nello scegliere una cosa, e nel rigettarla. Suppone per altro, che veramente Aristippo ora portasse un vile pallio, ora la clamide secondo le persone alle quali faceva visita; rendendosi ammirabile per il decoro, che osservava sì nell’una, che nell’altra maniera, come scrive Plutarco De fortit. Alex. oper. Tom. iI. pag. 330. C., Bruckero Hist. crit. phil. Tom. I. Par. 2. lib. 2. cap. 3. §. 3. pag. 586.
  4. Lucian. Amor. §. 44. oper. Tom. iI. pag. 447. [ Gli annotatori a questo luogo di Luciano credono che vi sia errore nella lezione, e in vece di χλαμύδα debba dirχλανύδα, e perchè leggono in tal modo alcuni codici, e perchè la veste detta clanide era propria dei fanciulli, e delle donne. Osservo però che Suida a questa voce la dice verte militare; e allora non si toglierebbe la difficoltà per questa parte.
  5. Artemidor. Oneirocrit. lib. 1. cap. 56.
  6. Philostr. Vit. Sophist. lib. 2. cap. 1. n. 5. pag. 550.
  7. Plut. Lucull. op. Tom. I. pag. 520. D.