Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/115

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presso i Greci e presso i Romani. 109

e Senofonte, le parole de’ quali somigliano alle acque d’un ruscello, che placidamente scorre?

[Monumenti che di esso ci rimangono.]

§. 5. Dello stile sublime alcuni monumenti abbiamo, su i quali verificare in qualche modo le nostre osservazioni generali. Il più eccellente, e direi quasi il solo che si vegga in Roma, è la già più volte mentovata Pallade della villa Albani1 alta nove palmi, che non dee confondersi coll’altra statua della stessa dea del più antico stile nella villa medesima2. A questa viene in seguito la Niobe colle figlie nella villa Medici3. Questa Pallade è ben degna de’ grandi artisti di quest’epoca; e un giudizio tanto più sicuro possiamo portare su di essa, quanto che la testa ha tutta la sua bellezza originale, ed è sì intera come se venisse ora dalle mani dello scultore. Essa ha tutti gli esposti indizj dello stile sublime, e vi si scorge una certa durezza che meglio concepir si può che descrivere, e per cui sembra che le manchi nel sembiante quella grazia che a lei ne verrebbe, se ritondati ne fossero alquanto e raddolciti i tratti; quella grazia cioè, che nella seguente epoca dell’arte diede il primo Prassitele alle sue figure, siccome più sotto vedremo. La Niobe e le sue figlie devono senza dubbio risguardarsi come lavori del medesimo stile4. Questo. però non iscorgesi già a quell’aria di durezza che ci ha guidati a fissare l’antichità della Pallade; ma piuttosto ad una certa increata idea di bellezza, e a quella semplicità sublime che nella forma del volto si ravvisi, anzi nell’intero disegno, nel panneggiamento, e nell’esecuzione medesima. Tal bellezza è come un’idea nata senza l’ajuto de’ sensi; un’idea, quale formerebbesi in un intelletto perspicace, in una felice fantasia che sollevarsi sapesse fino alla contemplazione della beltà divina. Quella grande


sem-


  1. Tav. XIII. Tomo I.
  2. Monum. ant. ined. num. 1 7.
  3. Ora nella galleria Granducale a Firenze nel quinto gabinetto.
  4. Vedi appresso al lib. IX. capo iI. §. 19.