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136 Progressi e Decadenza dell’Arte

e simile acconciatura ha una men bella Venere della medesima grandezza in Belvedere1. Può annoverarsi fra le belle statue giovanili un Apollo della villa Negroni in figura d’un giovane di quindici anni; la sua testa però non è già quella d’un Apollo, ma bensì d’un principe della famiglia imperiale di que’ tempi2. Si trovavano dunque ancora degli artisti che le belle figure degli antichi sapeano imitare.

[Monumento stravagante.] §. 13. Prima di terminare quello Capo voglio qui esporre alcune mie osservazioni fu un lavoro straordinario d’una specie di basalte, esistente in Campidoglio3. Rappresenta questo una grossa scimia sedente, le cui zampe davanti s’appoggiano sulle ginocchia, e le manca la testa. Sul destro lato della base di questa figura v’è incisa una greca iscrizione, che così dice: „ Fidia e Ammonio figli di Fidia fecero„. Questa iscrizione, che da pochi è stata osservata, era in certe carte, da cui la copiò Reinesio4, ove era semplicemente indicata, senza additare il monumento su cui si legge; e se non avesse i più manifesti indizj d’antichità credersi dovrebbe supposta. Tal monumento in apparenza dispregevole può meritare l’esame degli eruditi; ed io proporrò intorno ad esso le mie congetture.

§. 14. Erasi stabilita in Africa una colonia greca, che Pithecussae (da πίθηκος scimia) chiamossi a cagione delle molte scimie che in que’ contorni abitavano. Tal bestia, al rife-


rire


  1. Rappresenta Sallustia Balbia Orbiana moglie d’Alessandro Severo, come già ho accennato nel Tomo I. pag. 410. not. a., e come si ridirà in appresso al capo IV. §. 1.
  2. Se la bella testa, qui accennata, rappresenta un principe di que’ tempi, essendo questa ricavata dal naturale, dimostra che lo scultore sapesse far qualche cosa di più che imitare. Lo stesso dir si può della bella testa della dama romana, de’ busti di Macrino, di Settimio Severo, e di Caracalla rammentati di sopra da Winkelmann, ne’ quali egli ravvisa de’ tratti di singolare bellezza e perfezione.
  3. Nel cortile del palazzo de’ Conservatori.
  4. Inscript. cl. 2. n. 62., & ex eo Cuper. Apoth. Hom. p. 134. [ Reinesio porta l’iscrizione intiera, come era forse anche ai tempi dell’Olstenio, di cui cita le schede, o carte inedite, in questa maniera:

    ΦΙΔΙΑС ΚΑΙ ΑΜΜΟΝΙΟС ΑΜΦΟΤΕΡΟΙ
    ΦΙΔΙΟΥ ΕΠΟΙΟΥΝ

    Fidia e Ammonio l’uno e l’altro figli di Fidia fecero. Ora è mutilata l’ultima parola della prima linea, e le tre ultime lettere dell’altra parola accanto. Il sigma ha la forma di C, non di Σ, come porta Reinesio.