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146 | Progressi e Decadenza dell’Arte |
riore, come sopra l’inferiore v’hanno degli ornamenti; e nel campo di mezzo tutto all’intorno evvi incisa a bulino la storia degli Argonauti, il loro sbarco, la pugna, e la vittoria riportata da Polluce fu Amico. Per dare un’idea del disegno, tra le varie parti della mentovata storia, ho scelta l’ultima rappresentante Polluce, Amico, e Minerva. Vedesi questa alla Tav. I. in fine di quello Tomo, ed il contorno del vaso intero nel libro seguente. Sul coperchio v’è rappresentata in giro una caccia, e in mezzo ad elfo stanno tre figure gettate di bronzo, alte mezzo palmo, cioè la defunta, a cui onore e memoria è flato collocato nel di lei sepolcro quel vaso, e quella è abbracciata da due Fauni con piedi umani, secondo l’opinione degli Etruschi, presso i quali quei semidei o in tal modo soleano effigiarsi, ovvero co’ piedi e colla coda di cavallo, che qui pur hanno1. Sotto quelle figure leggesi l’iscrizione: da un lato v’è il nome della figlia, che onora così la memoria della sua defunta madre:
Dall’altro lato v’è il nome dell’artefice e ’l luogo:
- ↑ Si può vedere tutto il vaso inciso in rame presso il Ficoroni Memorie ritrov. nel territorio di Labico, p. 72., ed il P. Contucci nel Tomo I. dei bronzi di quel museo, Tav. 1-9. Un vaso consimile di bronzo, alquanto più piccolo, e diverso nelle figure, lo possiede il signor abate Visconti. Il nostro Autore parlando di amendue nella sua Descript. des pierr. grav. du Cab. de Stosch, cl. 2. sect. 15. num. 1599. pag. 259. li aveva spiegati per due ciste mistiche di Bacco; né so capire come qui abbia mutato sentimento senza darne ragione. Il sig. ab. Visconti, che gli avea comunicata quella sua opinione, diffusamente la sostiene nel Mus. Pio-Clem. T. I. Tav. 44. pag. 81. not. a., e osserva che la figura, che sta in mezzo del coperchio di questo vaso, è un Bacco nittelio o notturno col manto stellato. Figura virile lo è certamente; e Contucci loc. cit. pag. 10, l’ha presa per Macolnio padre di Macolnia, a cui questa abbia porto questo monumento, come a semidio.
- ↑ DINDIA . MACOLNIA . FILEA (Filia) DEDIT . NOVIOS . PLAVTIOS . MED (me) ROMAI (Romae) FECID (fecit). Questa iscrizione indica la più prisca forma delle lettere romane, e sembran queste essere più antiche, o almeno più etrusche che quelle dell’iscrizione di L. Corn. Scipione Barbato nella biblioteca Barberini, che è la più antica iscrizione romana in pietra, che si conosca. Ne ho parlato nelle mie Osservazioni sull’architettura degli antichi pag. 5. [ Veggasi appresso al §. 18. Noterò qui, che il signor Court de Gebelin Monde primitif, liv. 5. sect. 3. chap. 4. pag. 408. legge e spiega male la detta iscrizione di Macolnia.
due e un’oncia e mezza, e di diametro palmo uno e oncie sette e mezza.
Ognu- |