Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/205

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d a i   s u o i   p r i n c i p j   ec. 199

[Sua Niobe.] §. 20. La Niobe da alcuni era riputata lavoro di Scopa, da altri di Prassitele1, a cui pur l’attribuisce un greco epigramma2. Se la Niobe, di cui parla Plinio, è quella stessa, che vedesi in Roma, più verosimilmente può credersi di Scopa molto anteriore a Prassitele, essendone il panneggiamento nelle figlie di Niobe di quella semplicità, che caratterizza l’arte antica; e poiché veggonsi in Roma altre figure delle figlie di Niobe, quand’anche quella della villa Medici credasi una bella copia anzichè l’originale medesimo3, non perde punto di forza l’argomento da me addotto. Ma nasce un dubbio, che diversa fosse la Niobe rammentata da Plinio, poiché un’altra ve n’era in Roma anticamente d’eguale grandezza, e forse in simile atteggiamento, da cui fu ricavata in gesso la testa che al presente si vede, non sapendosi ove se ne trovi l’originale4. Or tale testa ha tutt’i caratteri dello stile posteriore, e de’ tempi di Prassitele. L’incassatura dell’occhio, e le sovracciglia, che nella Niobe in marmo sono molto taglienti, ivi sono ritondate e ammorbidite, come nella testa di Meleagro in Belvedere5; il che indica quella grazia di cui Prassitele fu detto il padre, e con maggior finezza lavorati ne sono i capelli; onde non è improbabile, che abbiamo in questa testa un frammento di quella Niobe, che dal greco epigramma vien rammentata6.


§. 21. Do-


    lib. 8. cap. 28. pag. 658., l’altro di Minerva a Tegea, ibid. cap. 45. pag. 693. [ Nota Pausania in questo luogo, che fu restaurato questo tempio sotto la direzione di Scopa nell’anno primo dopo l’olimpiade xcvi. Fra le altre opere celebri di lui Plinio l. 36. c. 5. sect. 4. §. 7. nomina l’Apollo Palatino, di cui credesi una copia nel Museo Pio-Clementino, siccome ho già notato sopra alla pag. 118. not. b.

  1. Plin. lib. 36. cap. 5. sect. 4. §. 8.
  2. Anthol. lib. 4. cap. 9. n. 1.
  3. Così pretende il signor Mengs nelle due lettere a monsignor Fabroni, inserite nel Tomo iI, delle sue opere; scrivendo nella prima, alla pag. 7.: „ Potrebbe prendersi piuttosto per una copia fatta da migliori originali, eseguita da diversi artefici più o meno buoni, e forse anche aggiuntevi da questi quelle figure tanto inferiori. Si può dare inoltre, ch’elleno sieno in parte rilavorate ne’ balli tempi, e storpiate tanto coi moderni, che cogli antichi restauri fatti avanti che fossero disotterrate.
  4. In Inghilterra.
  5. Mercurio, come più volte si è detto avanti. Mengs loc. cit. pag. 11 .n. 7. nega a Winkelmann la differenza notabile, che trova nelle sopracciglia della Niobe, e dell’altra testa, di cui si ha il gesso in Roma.
  6. Tutto quello bel discorso del nostro Autore qui, e nel Trattato prelim. ai mon.