Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/221

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Così argomentava egli sul testimonio de’ molti scrittori, che di tal opera, e di questo nome aveano diffusamente trattato1; ma ivi, siccome prima di me avea osservato Fabretti2, leggesi ΧΡΟΝΟΣ, come suole scriversi comunemente3, onde tutto l’argomento va a terra. Le figure non hanno un palmo d’altezza, e per conseguenza sono troppo piccole, perchè vi si scorga un bel disegno, ed abbiamo degli altri bassi-rilievi antichi di figure più grandi, più finite, e con maggior diligenza lavorate. L’appostovi nome dell’artista Archelao figlio d’Apollonio di Priene non è bastevol indizio per argomentarne che eccellente siane il lavoro; poiché negli ultimi tempi gli artisti incidevano il loro nome anche fu le opere assai mediocri, come si dirà più sotto.

§. 35. E’ stato trovato questo marmo sulla via Appia, presso Albano, in un luogo detto altre volte ad Bovillas, ed ora alle Frattocchie, appartenente alla casa Colonna. Ivi era anticamente la villa dell’imperator Claudio, e forse è questo un lavoro de’ suoi tempi4. Ivi fu pure scoperta la così detta Tavola Iliaca da certo canonico Spagna mentr’era a caccia, da cui ereditolla la famiglia Spada, e diedela poi in dono al mu-


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  1. Leggasi quanto hanno scritto sulla voce ΚΗΡΟΝΟΣ Spanheim De præst. & usu numism. Dissert. 2. §. 3. pag. 96., Cuper, Schott nelle esposizioni che ne hanno date, e Chishul Antiquit. asiat. ad inscript. fig. pag. 23., [e Marchand tra i più recenti, nel suo Diction. hist. art. Archelaus.
  2. Explic. Tab. Iliad. pag. 347.
  3. Un’altra apoteosi d’Omero vedesi rappresentata su un vaso d’argento, che ha la forma d’un mortajo, disotterrato in Ercolano. Il poeta è portato in aria da un’aquila, ed ha ai due lati due figure femminili colla spada al fianco, sedenti su ornati di arabeschi. Quella che è alla destra, ha un elmo in testa, impugna con una mano la spada, e sta col capo chino come immersa in profondi pensieri: l’altra ha un cappello acuto, simile a quello che suol darsi ad Ulisse, tenendo una mano sulla spada, e l’altra sul remo. Quella probabilmente indica l’Iliade, ch’è l’opera tragica d’Omero; e questa l’Odissea. Il remo, ed il cappello acuto e senz’ale, all’uso de’marìnaj levantini, indica la gran peregrinazione d’Ulisse sul mare. I cigni, che danno sotto gli ornati al di sopra della figura deificata, hanno essi pure una significazione relativa al poeta. Bajardi nel suo Catalogo de’ Monumenti d’Ercolano, Vasi, n. 549. pag. 246. ha senz’alcun fondamento battezzato questo lavoro per l’apoteosi di Giulio Cesare; mentre basta la barba della figura portata dall’aquila per dimostrare il contrario. Caylus Rec. d’Antiq. Tom. iI. Antiq. grecq. pl. 41. dice che, se tal figura non avesse la barba, prenderebbela diffatti per quella di un imperatore, ma egli ne giudicò su un disegno di quella sola figura.
  4. Come ha pensato il P. Kirchero Lat. vec. & nov, par. 2. cap. 7. in fine.