Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/305

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da Alessandro il Grande ec. 299

danno ne venne alle arti, le quali insieme alla filosofia erano colà state nel più bel fiore. Delle molte celebri e possenti città, che in quelle contrade fiorito aveano al principio della romana monarchia, appena serbavano qualche splendore Taranto, Brindisi1, e Reggio. Nella prima v’era una bella Europa sedente sul toro, ed una statua di giovane Satiro nel tempio di Vesta; e nell’ultima una assai pregevole Venere di marmo2. Crotone, le cui mura altre volte aveano avute dodici miglia di circuito, e i cui abitatori oltrepassato aveano il miglione, nella seconda guerra punica appena conteneane ventimila3. Poco prima della guerra contro Perseo re di Macedonia, il censore Quinto Fulvio Fiacco scoprir fece il famoso tempio di Giunone Lacinia presso la mentovata città, per trasportarne a Roma le tegole marmoree desinate a servir di tetto al tempio della Fortuna Equestre da lui fatto edificare4; sebbene portate appena in Roma, dovè rimandarle ove prese le avea5.


P p 2 §. 35. In


  1. Strab. lib. 6. pag. 430. A.
  2. Cic. in Verr. ad. 2. lib. 4. cap. 60.
  3. Liv. lib. 23. cap. 4. n. 3.
  4. idem lib. 42. cap. 4. n. 3. [Vedi qui avanti pag. 160.
  5. Per non interrompere ai leggitori il filo della Storia colle troppo frequenti note si è giudicato più spediente di qui raccogliere in una sola le principali osservazioni che fa il signor Heyne in una sua Memoria intitolata, Saggio sulle epoche degli artisti presso Plinio. V. Sammlung Antiquarischer aufsaetze &c. Leipzig 1778., sopra quanto dice ne’ due Libri IX. e X. il nostro Autore, gli abbagli del quale ha preso a rilevare e correggere, ove specialmente colla scorta di Plinio vuol fissare le epoche degli artisti. Non può negarsi che non abbia egli spesso ragione; ma gli amici di Winkelmann avrebbero desiderato in lui un certo ritegno nel riprendere uno scrittore accreditato, e che egli stesso coronò coll’elogio di cui abbiam data la traduzione.
    Due sono i principali quesiti proposti dal celebre professore di Gottinga:
    I. Su quali fondamenti s’appoggino le epoche degli artisti fissate da Plinio ?
    II. Ove abbia quegli preso quanto scrive intorno la storia dell’arte?
    Dicesi che un artista fioriva in un determinato tempo, o perchè allora prodotte abbia le opere che gli hanno fatto un nome, o perchè felici fossero le circostanze di quel tempo, e favorevoli al miglioramento delle arti. Sembra che Winkelmann nel fissare le epoche, per lo più abbia a queste riguardo; e fra esse molto concede alla libertà ed al clima. Osserva però Heyne che nemmeno in ciò è costante; poiché talora ne attribuisce l’avanzamento al patrocinio de’ grandi, al lusso, al capriccio, e ad altre simili cagioni.
    La libertà però sembra a Winkelmann quella che v’abbia avuta la maggior influenza; ma Heyne osserva che essa nulla opera, se unita non sia con altre circostanze; onde l’azion sua a poco riducesi, e sovente anzi nuoce al fisico, al morale, e al politico in guisa da essere anche ruinosa per le arti. Avverte egli che, siccome non si sa ben definire l’essenza della libertà, così nemmeno si può ben determinarne l’attività, che diversa è ne’ varj tempi e luoghi: Atene, Sparta, e Tebe, dic’egli, avean una libertà ben differente da quella che regnava nelle tran-