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302 Storia delle Arti

le greche città, di modo che Marcello, quando l’ebbe espugnata, guardandola dall’alto versò lagrime di compiacen-


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    nio per fissare l’epoca, abbia calcolata l’influenza della pace e delle ricchezze sull’arte. Lo stesso dicasi dell’epoca fissata nell’olimpiade cxx., in cui dopo la battaglia presso l’Ipso, e la sconfitta d’Antigono e di Demetrio s’accrebbe la possanza de’ regni della Siria e dell’Egitto per le nuove conquiste. Qui soggiugne Plinio: cessavit deinde ars: le quali parole denno intendersi del silenzio della storia riguardo agli artisti in bronzo per un cerco tempo, cioè sino all’olimpiade clv., e non già, come spiegolle Winkelmann, che l’arte sia veramente mancata in tutto quel tempo. [A me pare chiaro, che Plinio vada inteso come crede Winkelmann. Egli dice, che l’arte mancò nell’olimpiade cxx., e che poi rifiorì (revixit) nella clv. In questa nomina otto soli artisti, dicendoli di gran lunga inferiori per merito ai nominati nelle epoche precedenti. Or questo non è un chiaro segno, che in quel frattempo erano mancati i buoni maestri, e l’arte avea languito? Oltracciò Plinio lib. 35. cap. 5. sect. 11. parlando della pittura a’ suoi tempi, dice che andava a perire, e si ferve di parola corrispondente alle suddette cessavit, e revixit, cioè, hactenus dictum sit de dignitate artis morientis; e qui non può intendersi nel senso del signor Heyne, cioè del silenzio degli storici; ma bensì che veramente ai di lui tempi la pittura fosse degenerata, e quasi perduta, come si è veduto qui avanti alla p. 72. 73., e 129. che avvenne realmente. ]
    L’olimpiade clv. fu certamente poco favorevole ai progressi dell’arte nella Grecia, ove l’Acaja e la Macedonia erano già provincie romane; ma in cita avvenne la morte di Eumene II. re di Pergamo, morte che interessava egualmente la politica che le scienze e le arti; e quindi fu questo tempo scelto dallo storico per far epoca. Osserva qui Heyne che Winkelmann pag. 267. volendo trovare l’originale delle due teste di basalte, nulla dice di verosimile, tanto più che moltissimi saranno stati i vincitori alessandrini, tra i quali di quattro soli ci sono a caso pervenuti i nomi. Nota altresì che l’olimpiade non prendea già il nome dal vincitore nella corsa de’ cocchi, come scrive il nostro Autore; ma bensì dal vincitore nello stadio, ossia nella corsa a piedi. [Si riveda quel che abbiamo detto noi alla detta pag. 267. e seg.]
    Plinio in un distinto capo parla delle epoche de’ pittori antichi, e sempre sul medesimo principio, poiché le trasse dai medesimi fonti. Fissa l’epoca prima nell’olimpiade xc., ma dalla storia abbiamo esser la pittura in Grecia molto più antica. Se gli autori, dai quali estraeva Plinio l’opera, non ne parlavano, egli è perchè proponeansi di riferire solamente i nomi de’ pittori rinomati, quali al certo non furono i più vecchi. Del resto erangli ben noti Paneno fratello di Fidia, e Fidia stesso, Polignoto e Micone; anzi scrive altrove che ne’ giuochi istmici e pitici eravi contesa di pittura, ove Timagora ebbe il premio. [ Veggasi Tom. I. p. 257. E perchè non dire, che appunto fu questi fondamenti Plinio lib. 35. cap. 8. sect. 34. vuole, che sia molto anteriore l’epoca della pittura, e critica gli scrittori greci, che volevano fissarne la prima alla detta olimpiade xc., quando era cosa indubitata presso tutti, che appunto Paneno fratello di Fidia nell’olimpiade lxxxiii. avea dipinto lo scudo, che imbracciava la statua di Minerva in Elide, opera di Colore; e che Fidia era stato pittore prima che scultore, cioè molto prima dell’olimpiade lxxxiv., in cui fissa la di lui celebrità nella scultura; e Bularco, di cui si è parlato da Winkelmann qui avanti pag. 166., erasi reso chiaro prima dell’olimpiade xviii., in cui morì Candaule re di Lidia, e circa i tempi di Romolo?]
    L’epoca prima de’ pittori, come dicemmo, vien fissata all’olimpiade xc., epoca ottima per la storia, poiché si stabilì allora nella Grecia la celebre tregua di 50. anni. [Si stabilì nell’olimpiade lxxxix., come ha detto Winkelmann alla pag. 193. princ.; e precisamente nell’anno iiI. Diodoro lib. 12. §. 74. P. 530] Scrive Plinio [ l. 35. c. 9. sect. 36. §. 2. ] che alcuni collocano a questi tempi Seusi [non ha mai detto tal cosa] posto da altri all’olimpiade lxxxix., e da lui alla xcv. Ma quelle difficoltà cronologiche nel sistema di Heyne facilmente si spiegano, ammettendo differenti scrittori, che in diverse epoche abbiano divisa la loro storia. Chi sa eziandio che qualche scrittore non abbia parlato di Seusi relativamente a qualche anno anteriore alla sua esistenza e alla sua fama, e che uno scrittore susseguente non abbia preso tal anno per quello della sua gloria? L’olimpiade xciv. in cui visse Apollodoro, fu altresì celebre pel fine della guerra peloponnesiaca sì dannofa agli Ateniesi. [Winkelmann pag. 2177. lo fissa all’anno i.; ma erra, e con lui il sig. Heyne, poiché finì nell’anno iv. dell’olimpiade xciii. Diodoro lib. 13. §. 107. pag. 620.]
    Per Seusi non solamente fissa Plinio l’olimpiade xcv., ma eziandio l’anno quarto di