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presso i Greci, e loro Pittura. 53

[Disegni d’alcune.]

§. 3. Tale è stato forse il destino di varie pitture delle quali oggidì altro più non abbiamo che i disegni coloriti serbatisi nella biblioteca Vaticana, presso il signor cardinale Albani, e altrove. Quelle, che disegnate veggonsi nella Vaticana, erano per la maggior parte ne’ bagni di Tito. I disegni sono di Sante Bartoli e di Francesco suo figliuolo, i quali probabilmente non li fecero sul luogo medesimo, ma li ricavarono da altri più antichi, tratti dalle pitture originali ai tempi di Raffaello1. Quattro pezzi di queste pitture ho pubblicati ne’ miei Monumenti antichi2. Il primo3, tratto dai mentovati bagni, è comporto di quattro figure, e rappresenta Pallade Musica con due tibie in mano, quasi in atto di volerle gettare, poichè una Ninfa del fiume, in cui la dea si specchia, l’avvisa che, dando fiato allo stromento, le si sformano le sembianze. Nel secondo4 si vede Pallade che presenta un diadema a Paride, offerendogli il regno d’Asia, se a lei vuol dare il pomo destinato alla più bella. Il terzo5, composto di quattro figure, rappresenta Elena, dietro alla cui sedia s’appoggia una donna, che è forse una delle sue ancelle, e probabilmente Astianassa, che è la più nota fra le medesime. Dirimpetto a lei sta Paride in piedi, che prende in mano un dardo dall’Amore posto fra lor due, mentre Elena ne tocca l’arco. Nel quarto6 di cinque figure deesi ravvisare Tele-


maco
  1. Che le Terme di Tito siano state scoperte ai tempi di Raffaello, e che questi abbia imitata quella maniera nelle famose logge del Vaticano lo dimostra il sig. abate Carletti coll’autorità di scrittori contemporanei; e appare evidentemente al solo confrontare i disegni delle logge con quei delle terme, essendo stati amendue ultimamente pubblicati anche coi proprj colori. Vi fu pure chi sospetto che le stanze delle Terme di Tito sieno poi state nuovamente rinchiuse e riempiute di terra per atto di Raffaello medesimo, affine di comparire egli stesso l’inventore di quella nuova maniera; ma tal sospetto, troppo ingiurioso ai talenti di quell’impareggiabile artista, non ha alcun sodo fondamento.
  2. Il signor Winkelmann ne’ suoi Monumenti dà una molto più estesa ed erudita descrizione e spiegazione delle quattro qui riferite pitture. Altri consimili disegni tratti dall’antico proponeasi da spiegare, quando ciò scrisse.
  3. Monum. ant. ined. par. I. cap. 5 n. 2. pag. 20. n. 18.
  4. ibid. par. iI. cap. 2. num. 2. pag. 156. num. 113 .
  5. ibid. num. 114. pag. 157.
  6. ibid. num. 160. pag. 214.