Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/108

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90 O s s e r v a z i o n i

specie sono state adoprate ad un altare della chiesa di s. Pietro1; e così è fatta quella d’alabastro orientale, che si vede nella biblioteca Vaticana2. Finalmente si pensò di fare alle colonne delle mensole, o modiglioni, che reggevano delle piccole figure; come se ne vedono alle colonne di Palmira3, e a due colonne di porfido all’altare della cappella Paolina al Vaticano4. Stanno addosso di queste colonne in maniera, che toccano quasi il sommo toro di esse, due piccole figure d’imperatori romani dei successori di Gallieno, colla loro armatura, che si abbracciano, e tengono in mano il solito globo. La loro altezza è di due palmi e mezzo, e la sola testa è di sette once, che formano la quarta parte dell’intiera figura: donde può trarsi un’idea dello stile del lavoro. Si sono fatti anche dei busti, i quali sporgono totalmente in fuori nel pezzo medesimo del fusto della colonna, come può vedersi a due colonne d’una stessa pietra poste nel palazzo Altemps in Roma5. Simile è il lavoro di questi due busti a quello dei suddetti imperatori. Nel giardino del signor marchese Belloni vi sono dei pilastri triangolari isolati, che hanno scanalature6. Quando più non si seppe inventar altro di nuovo, si fecero le colonne d’un sol pezzo col capitello: e due se ne hanno di questa forte nel palazzo Giustiniani del più duro serpentino orientale.

  1. Vuol dire le due colonne, che stanno nella cappella del Sagramento. Simili a queste sono le otto, che adornano le quattro logge sotto la cupola grande; ed una, che sta nella cappella del Crocifisso, data da Piranesi Della magnif. de’ Rom. Tav. 6. fig. 5. Anticamente ornavano la Confessione di san Pietro in numero di dodici; e una si ruppe nel levarle da quel luogo. Si dice volgarmente, e dagli scrittori, che hanno data relazione della Basilica, che Costantino le facesse venire dalla Grecia per quell’uso; ma io credo che siano quelle stesse colonne, appunto in numero di dodici, sei delle quali Anastasio al luogo citato nella nota precedente dice aver poste in quel luogo Papa Gregorio III., che cominciò a governare la Chiesa nell’anno 731., e le ebbe dall’esarco Eutichio; e sei già vi erano. Sono torte a spirale, come quelle, che loro ha sostituite il Bernini di metallo, secondo che già notammo nel Tom. iI. pag. 336. n. a; il quale per ciò non avrà commessa una novità sì stravagante, e capricciosa, come tanti pretendono, ignorando la storia.
  2. Questa è a semplici scanalature spirali da cima in fondo.
  3. Wood Ruin. de Palm. pl. 14. 28.
  4. Passate ora nel Museo Pio-Clementino. Noi daremo in appresso la figura di una di esse colle due figure.
  5. Ora più non vi sono.
  6. Vedine la figura presso Piranesi Della magnif. de’ Rom. Tav. 18. fig. A.

§. 6. Le