Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/161

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s u l l’ A r c h i t e t t u r a. 143

quest’argomento, al quale convien dare maggior estensione, e più chiarezza, rivolgiamo un’occhiata alla floria, che può somministrarci qualche lume per venire alla decisione della controversia con più di sollecitudine, e di sicurezza.

§. 13. Si ammetta pure che l’antica maniera di fabbricare usata in Grecia sia la dorica, e a seconda del nome se ne dia anche la lode ai Dori: ma a quali Dori? Più città abbiamo di tal denominazione, e quelle non esistenti in Grecia. Vi è la Dora fenicia1, la Dora di Pentapoli2, la Dora nel Seno Persico3. Quali furono que’ Dori, che inventarono l’arte di fabbricare? forse quei della Grecia? converrebbe provarlo. Siano stati pur anche que’ dessi. Fra molti popoli, che si stabilirono nella dessa fertile rinomatissima provincia, nessuno fu più vagabondo, e più incostante nello fcegliere la sua sede, quanto quello de’ Dori. Prima di prender ivi il loro stabilimento, Erodoto ci assicura4, che sotto Doro figlio di Ellene, lor conduttore, abitarono da prima Ossa ed Olimpo, di poi andarono in Pindo, e nel luogo detto Macednum, indi in Dropide, e finalmente nel Peloponneso; e ripigliando il detto autore la prima origine de’ medesimi, ci assicura5, che erano nativi egiziani. Nè diversamente c’insegna Strabone6, e mette i frequenti lor passaggi in Creta, in Rodo, in Alicarnasso, in Gnido, in Coo, e questo dopo la rovina ancora di Troja. Quando vogliamo adunque sostenere che vi sia un ordine d’Architettura più antico di que’ tempi, ne’ quali la Grecia fioriva nelle arti, quando vogliamo attribuire a’ Dori, non ancor ivi nobilmente domiciliati, non ancor perfezionati nell’arte, una


qual-


  1. Flav. Joseph. Contra Apionem, lib. 2. cap. 9., Stephan. in fragment.
  2. Herodot. lib. 1. cap. 144. pag. 71.
  3. Stephan. De urbib. v. Dora, p. 250., & in fragment.
  4. lib. 1. cap. 56. pag. 26.
  5. lib. 6. cap. 53. pag. 461.
  6. lib. 14. pag. 965. C.