Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/164

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abitatori l’arte di fabbricare le città; che quando vi presero situazione e permanenza i Sibariti, avevano già quei di Pesto circondata la città loro di quelle sode bellissime muraglia, che esistono tuttora. Or chi può metter in controversia dopo le autorità di tanti scrittori, da me ivi riportate, che a’ tempi, che passarono tali colonie in queste regioni nostre, nulla risapevasi de’ tre ordini nella Grecia; anzi nessuna idea avevasi di sode fabbriche nelle provincie della medesima? Come potrà dunque esser mai, che trovandosi un edifizio di forma, e proporzioni simili alle Pestane, e perciò orientali, ed etrusche, se ne voglia attribuire il lavoro, anzi che al genio di questi popoli, ad una mal ideata industria di chi non aveva ancor arte, intelligenza, e pratica alcuna di fabbricare?

§. 16. Ma giacchè vi ho nominata l’epoca antichissima delle fabbriche Pestane, e la quale ci fa strada a riconoscere l’anteriore perizia de’ Tirreni nell’inalzare edifizj, non voglio tralasciare di rispondere a un dubbio, che da voi mi è stato fatto, e che bramo di togliervi dalla mente, acciò proseguiate a riconoscere come utile quella scoperta; troppo premendomi d’avervi dalla mia, e continuare ad annoverarvi fra’ difensori della mia opinione. Il dubbio vostro si fonda sulla greca parola ἔθεντο (ethento), della quale fa uso Strabone, allorchè ci dice, che i Sibariti posero il muro a Pesto, e che interpretata volgarmente nel senso di porre in su, o fabbricare, ho io per contrario spiegata nel senso opposto di porre giù, cioè distruggere. Dal che ne verrebbero due assai diverse conseguenze, mentre nel primo senso pioverebbesi, che i Sibariti fabbricarono le mura di Pesto, e nell’altro da me adottato si prova, che queste mura da molto tempo esistenti, ed etrusche, furono abbattute dalla parte verso il mare allorchè i Sibariti s’impadro-


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