Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/265

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gio1. Quindi resto persuaso, che le colonne delle cappelle sieno posteriori al portico. Tra Tivoli, e Palestrina evvi un’altra tenuta della casa Borghese, data in enfiteusi, nel territorio della Colonna. Ivi era l’antico Labico2, e una villa di Lucio Vero cesare. Il padrone enfiteutico di quella terra vi ha fatto scavare, ed ha avuto la sorte di trovare una Venere di grandezza poco più del naturale, non meno bella di quella di Firenze, ma mutilata già con perdita d’una mano, e d’un pezzo di braccio3. I piedi ci sono, quantunque rotti: la testa è senza naso, come al solito, e il labbro di sotto logoro. Ma è disgraziatamente capitata in mano d’uno scultore, che non sa distinguere l’antico dal moderno; e il naso, e il labbro rimesso non gli fanno onore. Ivi si è trovata anche una testa ben bella di Luciò Vero. Contemporaneamente è surto fuori lo stipite di un Erme senza la testa colla seguente iscrizione:


Ἄλσος


  1. Vedi Tom. iI. pag. 332., e qui avanti pag. 95. Il ch. signor abate Visconti Museo Pio-Clem. Tom. iI. Tav. 18. crede che queste Cariatidi stessero sopra le colonne del portico per sostenere il lacunare di mezzo alto più delli due laterali.
  2. Così crede il Fabretti De aq. & aquæd. dissert. 3. num. 363. segg. dopo l’Olstenio, e il P.Volpi Vetus Latium profan. Tom. VIII. lib. 15. cap. 5. pag. 299. segg. Ficoroni poi nelle sue Memorie del primo, e secondo Labico, distingue due città di questo nome; l’antica, che pretende fosse sul Colle de’ Quadri fra Lugnano, e Valmontone; e l’altra, fabbricata dopo la rovina di quella, detta Labico alle Quintane, alla quale crede pag. 50. segg., che appartenga l’iscrizione ripetuta qui appresso da Winkelmann, pubblicata dal Fabretti al luogo citato, e nell’altro citato qui appresso; e ammette, che stesse nel territorio, ove ora è il paesetto della Colonna.
  3. Vedi loc. cit. pag. 393. Il paragone è un poco esorbitante.