Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/308

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deità, e di soggetti anche osceni, come Veneri nude, Priapi, Fauni, Eroi, e cento altre mila, sono state disotterrate dalle rovine delle stesse case, palazzi, terme, tempj, ville, ed altri luoghi, ove anticamente si trovavano; e in tal numero se ne sono cavate da arricchirne non solamente i musei, e tutte quali le case di Roma, e dell’Italia; ma quasi tutte anche le principali città dell’Europa. Vero è, che molte di esse furono trovate, e si trovano ogni giorno senza testa, o senza qualche altro membro: altre molte però sono state trovate intiere; e di tante trovate senza testa, braccia, e gambe, può dirsi, che siano state così maltrattate nel cader per terra, o nel precipitar loro addosso le fabbriche, o per altre ragioni, che diremo; perocché le membra per lo più li trovano accanto alle altre parti, o poco distanti. Basta leggere l’Aldroandi nella sua descrizione delle statue di Roma, Flaminio Vacca nelle sue Memorie, il Nardini, Ficoroni, Venuti, e gli altri, che hanno descritta Roma antica, e moderna, e il P. Volpi nella descrizione del Lazio. Se i Papi fossero stati quelli, che le avessero rovinate, e sfigurate per togliere all’occhio de’ fedeli ogni oggetto d’oscenità, e di superstizione, perchè le avrebbero dovute lasciare, come tanti idoli di Dagon1, stese per terra ai loro luoghi? Erano forse deserti quei palazzi, quelle terme, quelle ville, quei tempj? E allora perchè andarvi a fracassare le statue, che altri non potevano scandalizzare fuorché le mura? O erano abitati, e frequentati; e i Papi avranno voluto, e potuto desolarli, ingombrarli con tanti frantumi, cacciarne via i padroni, il popolo, e renderli inabitabili? Io dubito, che il citato Bandini quando scrisse2, che i Papi aveano almeno fatto quel guasto di statue oscene, e di deità per il zelo, che portava il loro


mi-
  1. Regum, lib. i. cap. 5. vers. 4. 5.
  2. loc. cit. pag. 85. seg.