Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/354

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Settizonio minore, o piccolo, che aveva ereditato da suo padre, a fine che servisse loro per meglio guardare, o difendere il Settizonio di Severo, che già posiedeano, colla facoltà di poterlo a tale effetto distruggere, o abbassare a lor piacimento: facoltà, che non so come il donante potesse arrogarsela per sè, e cederla ad altri: Templum meum, quod septem solia minor dicitur, ut ab hac die vestre sit potestati, et voluntati pro ruitione turris vestre, que septem solia major dicitur, ad destruendum, et suptus deprimendum quantum vobis placuerit. Così si legge nella carta, che si conserva nell’archivio di quel monistero riportata dal P. Mittarelli negli Annali Camaldolesi1; facendovisi anche menzione di un Arco trionfale posseduto dallo stesso monistero non molto lontano per la pubblica strada, che forse era l’Arco di Costantino. I privati secondo i varj usi lasciavano le possedute fabbriche ai loro congiunti, o le alienavano. I luoghi pii, che non potevano spogliarsi della proprietà senza uno speciale placito apostolico le davano in affitto per trarne qualche vantaggio, come vedremo fra poco essersi dai suddetti monaci di s. Silvestro in Capite data in affitto la Colonna di Marc’Aurelio Antonino; e da uno strumento conservato nello stesso archivio del monistero di san Gregorio, riferito dal lodato Panvinio2, e ripetuto dal Zazzera3, costa che quei monaci ai 18. del mese di marzo nel primo anno del Pontificato di Eugenio III., indizione 8. diedero in locazione a Cencio Frangipane, e suoi eredi, il mentovato Settizonio di Severo, e una torre co’ suoi annessi, e connessi, posta in capo del Circo Massimo, che dovrebbe essere diverso dal Circo dato un mese prima tutto intiero in custodia al medesimo Cencio dal Papa Lucio; sicco-


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  1. Tom. I. append. num. XLI. col. 96.
  2. cit. cap. 5.
  3. Della nobiltà dell’Ital. par. 2. nella Storia della famiglia Frangipane.