Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/355

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me la torre era forse quella stessa, che già dal tempo di Cassiodoro1, e prima, era in proprietà, o ad uso di privati non ostante che ancora si facessero, come fu detto, i giuochi nel Circo: In nomine Domini. Anno I. Pontif. D. Eugenii Papa III. ind. 8. m. martii die 18. Ego quidem D. Petrus Dei gratia humilis abbas Ven. Monast. Ss. Andrea Apostoli, & Gregorii Apostolici, quod vocatur Clivus Scauri, per consensum, & voluntatem Monachorum prædicti Monasterii, s. Andrea presby., Desiderii presby., & prioris, Andrea diaconi, Placidi subdiaconi; & per consensum & voluntatem aliorum Monachorum prædicti Monast. hac die propria, spontaneaque nostra voluntate locamus, & concedimus tibi D. Cincio Fregepani, tuis heredibus, & successoribus in perpetuum, idest unam turrim, quæ vocatur de arcu, cum suis scalis, & sininio, & sicut modo tu eam tenes, & cum omnibus suis pertinentiis Romæ in caput Circi Maximi, sicut a suis finibus circumdatur; & locamus trullum unum in idem, quod vocatur Septisolia.

Poco importa per altro all’argomento quella ricerca: interessa molto più di sapere, che dall’essere state possedute le fabbriche dalle famiglie potenti, dalle tante guerre civili fra di loro, e dai tumulti dell’incollante popolo, debbansi ripetere le principali cagioni, per cui la città sia rimasta a poco a poco deserta nel giro di quattro in cinque secoli. Nella prima, e più lagrimevole devastazione, che mai vi sia stata fatta, il popolo, e alcuni dei magnati vi ebbero non piccola parte. Fu questa nell’anno 1082., e nei due seguenti, ovvero un anno prima, come altri pretendono, quando l’imperatore Enrico IV. venne ad assediar la città col suo esercito numeroso per vendicarsi del Pontefice s. Gregorio VII., da cui era stato per tante fu e iniquità scomunicato. Due volte provò Enrico inutilmente di entrarci colla forza. Alla prima nell’anno 1082. bruciò in

Tom. III. V v qual-


  1. Variar. lib. 4. epist. 42.