|
s u l l e R o v i n e d i R o m a. |
363 |
de’ magnati, ed alle violenze del popolo, il quale più volte rinnovò la scena di togliere la signoria a tutti i nobili, e grandi della città, obbligandoli a cedere tutte le loro fortezze; come scrive Giovanni Villani1, e il Pontefice Giovanni XXII. in una lettera presso il Rainaldo2, che fece nell’anno 1327. per favorire Lodovico il Bavaro; e così fece nell’anno 1347. Cola di Rienzo, ossia Niccola di Lorenzo, come narra lo stesso Villani3, che si era fatto dichiarare tribuno dal Popolo Romano per rimetterlo nell’antica indipendenza. A tal eccesso erano giunti i tiranni, i quali aveansi usurpato in varj tempi il dominio della città, che non contenti del guasto stato fatto in tante guerre civili da essi, e dai loro predecessori, agli antichi palazzi, archi trionfali, ed altri monumenti, cercarono di far danaro cogli avanzi; cioè coi marmi, colle colonne, ed altri pezzi di qualche importanza; non risparmiando neppure i sepolcri delle famiglie romane, e i liminari delle chiese per venderli ai Napoletani, e ad altri. Non potè trattenerli il Petrarca al vedere sì barbara strage di quegli ornamenti grandiosi, che tanta rinomanza aveano acquistata a questa città; e ne fece alte doglianze in quella orazione4, che diresse al mentovato Cola di Rienzo per animarlo a sottrarre una volta la misera Roma dal giogo di que’ barbari oppressori: Pro quibus sanguinem vestrum totiens fudistis, quos vestris patrimoniis aluistis, quos publica, inopia ad privatas copias extulistis, ii neque vos libertate dignos judicarunt, & laceratas Reipub. reliquias, carptim in speluncis, & infandis latrocinii sui penetralibus congesserunt: nec pudor apud gentes vulgandi facinoris, aut infœlicis patriæ miseratio, pietasque continuit, quo minus impie spoliata Dei
- ↑ Hist. Fiorent. lib. 10. cap. 19. presso il Muratori Tom. XIII. col. 612.
- ↑ Annal. Tom. XXIV. anno 1327, n. 11. pag. 349.
- ↑ lib. 12. cap. 89. col. 969.
- ↑ Hortatoria ad Nicolaum Laurentii, oper. pag. 536.