Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/462

Da Wikisource.
444 S p i e g a z i o n e

fusi cogli Etruschi, aveano avute le lettere da Evandro tanti secoli avanti. Però aggiugne Tacito una verità, che le lettere antiche latine, le quali erano etrusche, fossero simili alle antichissime greche: il che si prova colle iscrizioni di queste due nazioni, e in ispecie colle iscrizioni dei vasi detti etruschi, nelle quali la forma delle lettere è greca antica; e lo conferma anche Plinio medesimo dicendo1, che le.antiche greche erano quasi simili alle latine usate a suo tempo. Da Eforo presso lo Scoliaste d’Omero inedito, le di cui parole adduce lo Spanhemio2, si ha, che Callistrato di Samo al tempo della guerra del Peloponneso3 mutò la forma, e i nomi di quelle antiche lettere greche, e diede nuova grammatica agli Ateniesi. Meriterebbe un lungo esame quella asserzione, che intesa semplicemente per miglioramento fatto nella forma del carattere, viene contradetta dalle medaglie della Sicilia, e della Magna Grecia, e da quelle in ispecie di Gelone, e di Jerone anteriori alla guerra Peloponnesiaca, nelle quali le lettere sono molto ben formate, e non inferiori a quelle de’ tempi appresso; e possono vedersi presso il Paruta4, e il Castelli principe di Torre Muzza5. Demostene, che visse non molti anni dopo, scrivendo6 che una iscrizione posta da Teseo in un tempio di Bacco, simile forse alla nominata da Plutarco7, era scritta in antiche lettere attiche oscure; e Luciano, che chiama oscure8 le lettere greche in bronzo di una iscrizione fatta sopra una colonna, che segnava il termine, ove erano giunti Ercole, e Bacco; doveano parlare della più antica forma delle lettere presso i Greci, della quale può stimarsi l’iscrizione Amiclea. Così le lettere della maggior parte dei vasi detti etruschi essendo attiche antiche, come osserva pure il Mazochi9, fanno credere che siano opera di tempi anteriori alla guerra Peloponnesiaca, o lì intorno, come diremo anche appresso: perocchè se non sono tanto cattive, e simili alle più


an


  1. lib. 7. cap. 38. sect. 58.
  2. De præst. & usu numis. diss. 2. n. 4. Tom. I. pag. 85.
  3. Vedi qui avanti Tom. iI. pag. 192.
  4. Sicil. numism. Tab. 144. segg.
  5. Sicil. ec. numi veter. Tab. 97. segg. Veda si anche lo Spanhemio Diss. 8. Tom. I. pag. 545. segg.
  6. in Neæram, oper. pag. 873.
  7. in Theseo, oper. Tom. I. pag. 11.
  8. Veræ hist. lib. 1. §.7. oper. Tom. iI. pag. 75.
  9. In reg. Herculanen. mus. æneas Tab. par. 1. prodr. diatr. 3. c. 3. sect. 3. pag. 137. n. 1.