Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/632

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finire controverse rinate, e sostenute con calore dopo le scoperte fatte nelle rovine delle città summentovate .

Avete equivocato parimente nel figurarvi, o nel pretendere quasi, che Winkelmann facesse un’opera compita d’architettura, come l’hanno fatta lo Scamozzi, e l’Alberti; quando egli non ha inteso di fare altro, che mettere insieme quelle osservazioni, che andava facendo nel leggere i classici, e nel vedere le fabbriche antiche, per comunicarle ai suoi nazionali: e se le accrebbe di molto in cinque, e più anni, non ha voluto dire, che v’impiegasse tutto quel tempo, come pare, che voi grossolanamente lo abbiate inteso; facendone anche paragone con autori, che hanno impiegata tuttala loro vita per fare un’opera, allorché scrivete alla pag. XCII.: E quì di nuovo perdoni il sig. ab. Fes. se torniamo a maravigliarci, che dopo le ricerche di cinque anni il Wtnk. ci dica sì poco, e molto meno di quello, che già scrissero con tanto sapere i nostri valenti maestri, e grandi antiquarj del secolo decimosesto, e che egli pretende nella suà prefazione, che abbiano trattato la materia per lo più superficialmente, e da semplici architetti. Avrebbe anzi dovuto crescervi la maraviglia, che egli abbia potuto leggere, e osservare tante cose relative all’architettura nel tempo stesso, che era distratto in moltissime altre, e che componeva tante opere di maggior mole, ed importanza, che potete leggere riferite nelle prefazioni al primo Tomo della Storia delle Arti del Disegno.

Feci avvertire eziandio nella mia prefazione, che Winkelmann dopo aver pubblicate quelle osservazioni colle stampe l’anno 1761., le accrebbe tanto nel 1762. da compiacersi, che fossero per essere la migliore delle sue operette, qualora ne avesse fatta una nuova edizione. Prova manifesta doveva esser questa per voi, come lo fu per me, che l’Autore medesimo non dava le sue prime osservazioni per un’opera compita, per un capodopera, per un’opera, che voi aveste da mettere in confronto colla Storia delle Arti del Disegno, o con quelle dell’Alberti, e dello Scamozzi, e di tanti altri per farne calare il merito; e che io per farglielo crescere avessi da esaltare al punto, che avete fatto credere collo stroppiare, o non intendere le mie parole. Eppure, chi lo crederebbe! questo stesso mio avviso ha servito a voi di un nuovo titolo per aggravar la mano sopra di Winkelmann, come se io avelli detto, che egli tanto si compiaceva della prima edizione delle sue osservazioni, non delle aggiunte fattevi in appresso; e per fare stare in guardia i dilettanti delle belle arti a non crederla gran cosa. Tale mi pare il vostro fentimento alla pag. CXL. seg.: La riputazione meritamente acquistatasi dal Wink. per la sua Storia delle Arti del Disegno presso gli antichi . . . potrebbe imporre ai dilettanti delle Belle Arti, che leggessero anche queste sue Osservazioni sull’Architettura degli Antichi, delle quali egli stesso tanto si compiaceva, e che erano il frutto delle sue ricerche di cinque anni sì in Roma, che in altre città d’Italia.

Questo è quello, che riguarda in generale l’opera di Winkelmann. Quando poi venite ad esaminarne qualche parte, oh quanto mi fate rannicchiare! Alla pag. LXIX. rilevate, che Winkelmann si è scordato affatto di ciò, che aveva promesso, dei fondamenti cioè in pendio, nel mare. Un poco più di pazien-