Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. I, 1927 – BEIC 1930099.djvu/13

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proemio 7

inferiore; per ciò che in lei erano duo occhi scintillanti e lucidi piú che ’l sole, la bocca piccola e ’l petto poco rilevato, nè cosa alcuna in lei si trovava che di somma laude degna non fusse. La settima fu Cateruzza per cognome Brunetta chiamata; la quale tutta leggiadra, tutta amorosa con le dolci ed affettuose sue parole non pur gli uomini nelle amorose panie invescava, ma il sommo Giove avrebbe potuto far giú discendere da l’alto cielo. L’ottava fu Arianna, giovane di etá, di faccia venerabile, di aspetto grave e di eloquenza ornata; le cui divine virtú accompagnate da infinite lodi, come stelle in cielo sparte, rilucono. La nona fu Isabella molto ingeniosa; la quale con le sue argute e vive proposte tutti e circostanti ammirativi rendeva. L’ultima fu Fiordiana, prudente e d’alti pensieri adornata, le cui egregie e virtuose opere avanzano tutte quelle ch’in ogn’altra donna si vedessero giamai. Queste adunque dieci vaghe damigelle tutte insieme, e ciascheduna da per sè, servivano alla generosa Lucrezia sua Signora. La quale insieme con esso loro elesse due altre matrone di venerando aspetto, di sangue nobile, di etá matura e pregiate molto, acciò che con suoi sani consigli, l’una alla destra, l’altra alla sinistra, sempre le fusse. L’una de quai era la signora Chiara, moglie di Girolamo Guidiccione, gentiluomo ferrarese, l’altra la signora Veronica, fu giá consorte di Santo Orbat, antico e nobile di Crema. A questa dolce ed onesta compagnia concorsero molti nobili e dottissimi uomini, tra, quai il Casal bolognese, vescovo e del re d’Inghilterra ambasciatore, il dotto Pietro Bembo, cavaliere del gran Maestro di Rodi, e Vangelista di Cittadini melanese, uomo di gran maneggio, il primo luoco appresso la Signora tenevano. Dopo costoro vi erano Bernardo Cappello, fra gli altri gran versificatore, l’amoroso Antonio Bembo, il domestico Benedetto Trivigiano, il faceto Antonio Molino detto Burchiella, il cerimonioso Ferier Beltramo, e molti altri gentiluomini; i cui nomi ad uno ad uno raccontare sarebbe noioso.

Questi adunque tutti, overo la maggior parte di loro, quasi ogni sera a casa della signora Lucrezia si riducevano; ed ivi