Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/163

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era padre, mosso a compassione della fanciulla che unica figliuola gli era, al voler materno s’acchetò. Venuto il tempo del parto, la fanciulla parturì un bellissimo bambino; e perciò che era di somma bellezza, non puote il Re sofferire che ucciso fusse: ma comandò alla Reina che fino all’anno allattare e ben nodrire lo facesse. Essendo il bambino pervenuto al termine dell’anno, e crescendo in tanta bellezza, che non vi era un altro che se gli potesse agguagliare, parve al Re di far una isperienza, se colui, di cui era figliuolo, si potesse trovare. Laonde il Re fece fare un publico bando per tutta la città, che chiunque della sua età il decimo quarto anno passava, dovesse, sotto pena di esserli il capo spiccato dal busto, appresentarsi a sua maestà, portando nelle mani un frutto o un fiore over altra cosa che potesse dar campo al fanciullo di potersi commovere. Secondo il comandamento del Re tutti vennero al palazzo, portando chi un frutto chi un fiore e chi l’una e chi l’altra cosa in mano: e passavano dinanzi al Re, e dopo secondo i loro ordini sedevano. Avenne che andando un giovene al palazzo, sì come gli altri facevano, s’abbattè in Pietro pazzo, e dissegli: Dove vai, Pietro? Per che non vai al palazzo come gli altri, ed ubidire al comandamento del Re? A cui Pietro rispose: E che vuoi tu che io faccia fra tanta brigata? Non vedi tu che io sono povero, nudo, nè ho pur una veste da coprirmi; e tu vuoi che io mi ponga fra tanti signori e cortegiani? Questo non farò già io. Disse allora il giovene burlando: Vieni meco, ed io ti darò una veste; e chi sa che il fanciullo non possi esser tuo? Andatosene adunque Pietro a casa del giovene, li fu data una veste; la quale presa e di quella vestitosi, se n’andò in compagnia del giovene al palazzo: ed asceso